Corsa contro il tempo e contro il nucleare. Sogin, la società pubblica per la gestione delle scorie nucleari, ha rigettato la richiesta di proroga della Città metropolitana di Torino per le osservazioni alla proposta delle aree potenzialmente idonee per la collocazione del deposito unico nazionale di rifiuti radioattivi. La scadenza viene confermata al 5 marzo.
Il Piemonte è un’area particolarmente interessata dalla vicenda, poiché nel territorio sono presenti ben 8 comuni dove costruire depositi dediti allo stoccaggio delle scorie, tra cui Carmagnola, Caluso, Mazzè e Rondissone.
Si dice “deluso ma non rassegnato” il vicesindaco della città metropolitana di Torino Marco Marocco, il quale si era fatto promotore dell’istanza di proroga. Il problema è che i siti indicati non risulterebbero idonei allo scopo e il progetto incontra le proteste degli agricoltori locali e di diversi comitati.
La proroga era stata chiesta per consentire alle amministrazioni delle aree interessate di fare osservazioni in opposizione all’installazione del deposito. I terreni a vocazione agricola, ad esempio, potrebbero essere esclusi secondo i criteri individuati nel 2014 dall’Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) e questi potrebbero essere presi in maggior considerazione da Sogin per scegliere la sede finale del deposito nazionale.
La città metropolitana di Torino e la Regione hanno quindi fatto richiesta di proroghe, cui è giunto mercoledì 17 febbraio il secco “no” di Sogin.