“Noi abbiamo un contratto di affitto per una casa, non per un accampamento rom”.
Così alcuni inquilini di via Bologna, chiedono un intervento al Consiglio comunale. Al civico 267 della strada che attraversa i quartieri di Barriera di Milano e di Regio Parco, il livello di disagio non è più sopportabile. La petizione, avanzata da 319 persone, elenca tutti gli episodi che dal 2019 ad oggi si sono succeduti negli stabili e nelle aree comuni di quella zona e avanza una semplice richiesta: il ripristino della legalità.
Perché la petizione
La convivenza tra i residenti fino al termine del 2018 è sempre stata possibile, ma dal novembre dell’anno successivo è degenerata. Un susseguirsi di occupazioni abusive di abitazioni ATC, Agenzia territoriale per la casa, e atti vandalici di vario genere. Negli ultimi tre anni i principali firmatari della petizione lamentano un aumento dei furti, degli episodi violenti, sempre tra gli occupanti abusivi, e dei danni provocati alle parti comuni degli stabili tra il 265 e il 267. Anche le cantine sono state prese di mira, impropriamente sfruttate come magazzini o come servizi igienici improvvisati. La questione della pulizia rappresenta un punto molto importante dell’istanza presentata: viene fatto notare che a seguito degli sgomberi, l’ultimo nel febbraio 2022, i nuclei familiari abusivi si sono adattati a vivere in furgoni stanziati all’interno dei parcheggi tra via Cravero e via Cravero Interna.
I furgoni nel tempo sono aumentati e lo spazio si è trasformato nell’estate del 2023 in una zona di bivacco piena di rifiuti ed escrementi. I tentativi di dialogo con gli occupanti non sono andati a buon fine e gli inquilini regolari, perlopiù persone sole e di una certa età, sono stati minacciati.
“Con loro si cerca ad avere un dialogo, ma vieni assecondato e poi fanno ciò che preferiscono. Se dici altro ti inveiscono contro anche con minacce, per cui abbiamo dovuto chiamare la forza pubblica. Non ha firmato quasi nessuno di chi occupa regolarmente gli stabili, di più i commercianti della zona – riportano i firmatari originari -. Siamo pochi se pensiamo che possiamo contare 200 appartamenti tra i diversi civici. Le persone hanno paura a denunciare e a farsi sentire. E’ stata anche contattata un’emittente privata per cercare di risolvere la situazione, ma loro hanno detto che fin quando non avranno una casa non smetteranno di occupare. E poi c’è la questione sanitaria. Gli appartamenti ancora occupati sono pochi, ma quando si riuniscono sono un centinaio di persone. Espletano i loro bisogni nelle cantine o sui marciapiedi e poi gettano l’immondizia per terra”.
Fortunatamente non si sono mai registrati episodi di violenza fisica durante questi quattro anni di proteste. Tuttavia macchine ed edifici vengono danneggiati regolarmente e a pagare sono i residenti come è stato raccontato.
“Atteggiamenti violenti diretti con noi inquilini no, tra loro si. Diversi accoltellamenti o risse. Senza dimenticare gli atti vandalici contro le inferriate, contro la segnaletica, contro le macchine parcheggiate. Se ci troviamo a passare nel momento sbagliato la nostra incolumità è a rischio. Due anni fa a capodanno c’era stata una forte rissa. Dei signori alticci si sono picchiati tra di loro e si sono messi a fare schiamazzi, a spaccare vetri e macchine. Le forze dell’ordine arrivano. Quando abbiamo chiamato sono sempre venuti, però è anche capitato che ci dissero che non potevano fare nulla”.
Occupazioni e non solo in via Bologna 267
Non è la prima volta che in questo civico accadono episodi di occupazione abusiva e degrado. Nella palazzina popolare negli scorsi anni si erano registrati casi di spaccio di sostanze stupefacenti e alcuni inquilini avevano fatto presente la necessità di lavori di ristrutturazione ad ATC. Il 3 settembre 2020, in un’interpellanza, viene segnalato all’amministrazione Appendino che in via Aosta 31 e 37 e in via Bologna 267 alcune abitazioni sono state occupate in maniera illecita. Il personale di polizia abitativa non riscontra eccessivi fenomeni di disagio e non provvede allo sgombero perché i nuclei familiari occupanti presentano componenti minori. Il 7 gennaio 2021 vengono recuperati 4 alloggi dei 5 che erano stati occupati abusivamente, ma anche in questo caso non vengono segnalate situazioni di particolare degrado. Il 31 dicembre di quell’anno avviene l’episodio precedentemente citato che ha portato fino alla petizione attuale.
Ora i tre firmatari principali aspettano di essere convocati davanti una commissione competente, a cui raccontare per l’ultima volta la difficile situazione che hanno vissuto per quattro anni e ottenere giustizia.