Contro l’epidemia che rischia di spazzare via la cultura, con eventi sospesi e scuole e musei chiusi, torna il Decamerone di Giovanni Boccaccio. È stata questa l’idea delle libraie di Luna’sTorta, Ilaria di Meo e Silvia Giuliano, che dal 29 febbraio scorso fino a ieri sera, 9 marzo, hanno intrapreso sui social una lunga maratona, Decamerone 2020, per leggere tutta l’opera del Boccaccio, introduzioni e proemi compresi.
Lo hanno fatto quasi come l’aveva pensato l’umanista di Certaldo: dieci video, più due di introduzione e conclusione delle varie giornate, per dieci giorni. E con lo stesso intento: ricostruire attraverso i racconti gli usi i costumi, le relazioni e i valori umani e della società che la peste o il coronavirus rischiano di distruggere. Solo la cultura, pensava Boccaccio, può rifondare un mondo distrutto e corrotto.
L’unica differenza è stata il numero di partecipanti. Nel Decamerone la “brigata” era formata da sette donne e tre uomini che, nell’attesa che finisca l’epidemia di peste del 1348, decidono di chiudersi in una villa fuori Firenze per raccontarsi 100 novelle sul mondo che fuori da quelle mura rischiava di sfaldarsi. Oggi la brigata è formata da a più di 100 persone per rileggere su Facebook quelle stesse storie, per aspettare che passi il coronavirus.
“È andata bene – hanno detto le due libraie – la sera prima che iniziassimo ci eravamo dette che cercare 100 lettori per Boccaccio fosse piuttosto difficile. Invece ci siamo ritrovate con molte più adesioni di quante fossero le novelle a disposizione e abbiamo dovuto dividere alcune introduzioni del libro, per far entrare più gente possibile. È diventata una cosa virale, si può dire. Noi siamo rimaste emozionate e commosse, perché è stata una cosa organizzata sulla scia dello sconforto, pensando che almeno potevamo rivitalizzare la cultura da remoto e poi la partecipazione vasta ci ha colpite”. Tra i lettori che in questi giorni si sono alternati sulla pagina Facebook ci sono stati alcuni dei librai indipendenti di Torino, come Davide Ferraris della Libreria Therese, Stefania Bellitti di Gulliver, Elisabetta Valleris della Tana di Chiaralice e Mattia Garavaglia della libreria del Golem, ma anche poeti, come Guido Catalano, attrici come Chiara Trevisan, che legge per strada o su appuntamento pagine di libri, professori universitari, operatori museali e cantanti.
Il progetto di Decamerone 2020 è nato per sensibilizzare sui danni che si creeranno nel settore della cultura che, continuano Ilaria e Silvia, “è uno dei meno tutelati, dal momento che sono difficilmente raggruppabili in una categoria, e dei più colpiti, con la chiusura di musei, cinema, scuole e la sospensione di tutti gli eventi. L’augurio è che si possa accendere una luce sul numero enorme di persone che lavorano senza tutele e riconoscimento”.
In dieci giorni però il Decamerone è finito, mentre le misure di contenimento dell’epidemia si sono allargante per tutta Italia fino al 3 aprile. Luna’sTorta sta pensando di replicare con nuovi progetti e nuove letture. “Ancora adesso continuano ad arrivare richieste sulla pagina Facebook di continuare con altre iniziative o leggendo altri libri. Stiamo pensando di dare continuazione con la Setta dei lettori estinti, un’iniziativa simile al Decamerone 2020: chiediamo ai nostri avventori e amici di raccontare il libro che li ha folgorati. Vorremmo chiedere contributo spontaneo a chi ha già partecipato per continuare a parlare di libri”.
La speranza è quella vedere presto misure che facciano ripartire la cultura, alla fine dell’emergenza.
“Lo speriamo perché i danni sono enormi, non solo per le piccole realtà come la nostra libreria, ma anche per teatri e cinema. Attori, librai, cantanti e tutti coloro che lavorano nella cultura e vivono di questo si sono trovati a non lavorare”.
Qui di seguito alcuni video delle novelle.
Abraam giudeo, da Giannotto di Civignì stimolato, va in corte di Roma; e veduta la malvagità de’ cherici, torna a Parigi e fassi cristiano.
Prima giornata, terza novella
Melchisedech giudeo, con una novella di tre anella, cessa un gran pericolo dal Saladino apparecchiatogli.
Terza giornata, sesta novella
Ricciardo Minutolo ama la moglie di Filippello Sighinolfo, la quale sentendo gelosa, col mostrare Filippello il dì seguente con la moglie di lui dovere essere ad un bagno, fa che ella vi va, e credendosi col marito essere stata, si truova che con Ricciardo è dimorata.
Quarto giorno, sesta novella
L’Andreuola ama Gabriotto; raccontagli un sogno veduto ed egli a lei un altro; muorsi di subito nelle sue braccia; mentre che ella con una sua fante alla casa di lui nel portano, son presed alla signoria, ed ella dice come l’opera sta; il podestà la vuole sforzare; ella nol patisce; sentelo il padre di lei, e lei innocente trovata fa liberare; la quale, del tutto rifiutando di star più almondo, si fa monaca.
Quinta giornata, ottava novella
Nastagio degli Onesti, amando una de’ Traversari, spende le sue ricchezze senza essere amato. Vassene, pregato da’ suoi, aChiassi; quivi vede cacciare ad un cavaliere una giovane e ucciderla e divorarla da due cani. Invita i parenti suoi e quella donna amata da lui ad un desinare, la quale vede questa medesima giovane sbranare; e temendo di simile avvenimento prende per marito Nastagio.
Quinta giornata, decima novella
Pietro di Vinciolo va a cenare altrove; la donna sua si fa venire un garzone; torna Pietro; ella il nasconde sotto una cesta da polli; Pietro dice essere stato trovato in casa d’Ercolano, con cui cenava, un giovane messovi dalla moglie; la donna biasimala moglie d’Ercolano; uno asino per isciagura pon piede in sule dita di colui che era sotto la cesta; egli grida; Pietro corre là,vedelo cognosce lo ’nganno della moglie con la quale ultimamente rimane in concordia per la sua tristezza
Settima giornata, prima novella
Gianni Lotteringhi ode di notte toccar l’uscio suo; desta la moglie, ed ella gli fa accredere che egli è la fantasima; vanno ad incantare con una orazione, e il picchiar si rimane.
Decima giornata, decima novella
Il marchese di Saluzzo, da’ prieghi de’ suoi uomini costretto di pigliar moglie, per prenderla a suo modo, piglia una figliuola d’un villano, della quale ha due figlioli, li quali le fa veduto di uccidergli; poi, mostrando lei essergli rincresciuta e avere altra moglie presa, a casa faccendosi ritornare la propria figliuola come se sua moglie fosse, lei avendo in camicia cacciata e ad ogni cosa trovandola paziente, più cara che mai in casa tornatalasi, i suoi figliuoli grandi le mostra, e come marchesana l’onora e fa onorare.