Tante aziende hanno dovuto fermarsi, altre hanno cambiato pelle e svolgono da settimane un ruolo prezioso per far fronte all’emergenza Coronavirus. In questo senso la Miroglio di Alba rappresenta un esempio in Piemonte. Con oltre settant’anni anni di storia nel campo dell’industria tessile, ha riconvertito parte della produzione per contribuire al fabbisogno di mascherine. “Siamo riusciti a portare la produzione media giornaliera tra le 75 e le 100 mila unità” afferma Stefano Mulasso, responsabile del Progetto Mascherine Miroglio. “In questi giorni completeremo le consegne giornaliere delle 600 mila richieste per l’Unità di crisi regionale. Stiamo ricevendo migliaia di richieste per milioni di pezzi e ci organizziamo per soddisfarle tutte nel minor tempo possibile”.
La stamperia di Govone, a 15 chilometri da Alba, e l’atelier Miroglio hanno iniziato una nuova vita dopo la richiesta di aiuto della Regione Piemonte dello scorso 11 marzo. In poche ore è stato presentato all’Unità di crisi un prototipo di mascherina igienica in cotone ed elastan, trattato con prodotti idrorepellenti e antigoccia, lavabile e riutilizzabile alcune volte. Tre giorni dopo c’è stata la consegna dei primi 10 mila pezzi. “La linea produttiva normalmente impegnata nel finissaggio è stata dedicata alla nobilitazione della base in cotone ed elastan per conferire la necessaria idrorepellenza” spiega Mulasso. “La lavorazione del tessuto avviene nella stamperia di Govone, mentre il confezionamento si completa nell’atelier Miroglio Fashion di Alba e presso i suoi partner in Lazio, Campania e Abruzzo”.
La prima fornitura destinata alla Protezione Civile regionale è stata regalata da Giuseppe Miroglio, vicepresidente del Gruppo, e da alcune associazioni del territorio. “Determinante è la grande partecipazione di tutte le persone che lavorano negli stabilimenti” conclude Mulasso. “Ora è difficile per tutti pianificare il futuro, ma cerchiamo di gestire l’emergenza nel modo migliore possibile. C’è la soddisfazione di essere riusciti rapidamente a rispondere all’esigenza che ci veniva posta. Ogni persona impegnata nella produzione delle mascherine lavora quotidianamente con l’orgoglio di sapere che sta mantenendo fede a un impegno per la collettività in un momento difficile”.