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Sempre più poveri: a Torino raddoppiano le fasce deboli

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La forbice sociale divide Torino in due emisferi sempre più lontani: le famiglie in fascia di debolezza sono passate dal 12,9% al 29,2%, mentre quelle agiate hanno registrato una diminuzione di oltre il 7%, con un peso numerico dimezzato (14,5%) rispetto a chi fatica ad arrivare alla fine del mese. Il report sul 2024 dell’Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi, guidato dalla Camera di Commercio di Torino, mostra un sensibile aumento delle disuguaglianze economiche, a fronte di un lieve incremento della spesa mensile media (2609 euro, appena 12 euro in più del 2023) e di un’inflazione annuale più contenuta (0,7%), in linea con l’andamento nazionale.

Chi sale e chi scende

Nel 2024 il numero di famiglie torinesi in fascia di debolezza che ha risparmiato qualcosa è pari a zero. Il divario impietoso sulle capacità di risparmio rivela una forbice sociale galoppante: mediamente le famiglie risparmiatrici sono tornate a crescere dopo il crollo del 2023 (19,6% contro il 16,7%), ma è la fotografia di una società profondamente diseguale. Lo stesso vale per il potere d’acquisto, dove c’è chi sale, anche se modestamente, e c’è chi scende: si registra un -25% di calo dichiarato nelle famiglie agiate, nelle quali si allarga la situazione stazionaria, mentre 8 famiglie deboli su 10 vedono erose le proprie capacità di spesa.

Annata nera anche per i single: come ha spiegato la dottoressa Pierfrancesca Giardina, “9 persone sole su 10 sono in una condizione fragile, ovvero di autosufficienza o di debolezza”. Questa è nettamente la fascia più colpita dalle disuguaglianze economiche, ma i dati non sono molto più incoraggianti per i genitori single: 4 su 10 sono in condizioni di fragilità.

Il quadro delle spese

Le spese alimentari e non alimentari hanno registrato un andamento opposto: i carrelli sono mediamente più vuoti al supermercato (-2,9% rispetto al 2023), ma aumentano i viaggi e le vacanze, raggiungendo il dato più alto dal 2015, con 116 euro medi mensili. Anche se in piccola parte, si è registrato un incremento anche nel caso delle fasce deboli. Buone notizie anche per la ristorazione: aumentano i pasti fuori casa, ma non per le famiglie in difficoltà.

Incremento sensibile anche per le spese sanitarie, trasversale in tutte le fasce economiche. A gravare maggiormente sono le visite mediche specialistiche (+14 euro): “Il senso di insicurezza che ha portato la pandemia di Covid-19 ha probabilmente aumentato il bisogno di salute delle famiglie, ma su questo incremento hanno inciso anche i lunghi tempi d’attesa del servizio pubblico”, ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Torino, Dario Gallina.

Tra gli altri settori soggetti a variazioni, spicca il mondo dello sport e della cultura, che ha registrato un aumento di spesa, così come l’istruzione e il settore dei trasporti. Tendenza negativa invece per il mondo del vestiario e delle calzature (-12 euro complessivamente).

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