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Corsie deserte, biscotti e solitudine: la spesa frugale dei nottambuli

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Una scatola di biscotti, il latte per la colazione, il pan carré e le fette biscottate. È questa la spesa dei clienti notturni dei supermercati che non chiudono mai. Al Carrefour di via Madama Cristina 66, che dal 2015 è aperto 24 ore su 24, ogni sera va in scena un gioco delle parti che ha per protagonisti giovani in un ambiente asettico e ben definito. Da una parte della barricata ci sono i ragazzi dell’agenzia di lavoro interinale Elpe, che sistemano scaffali e scatoloni nelle corsie, dall’altra giovani assonnati che trascinano semivuoti carrellini rossi della spesa.

Edy ha 26 anni e studia ingegneria al Politecnico, entra al supermercato alle 23:40 dopo aver passato la giornata nell’aula studio Opera di via Buonarroti. «Vengo qui tutti i giorni, non ho tempo di fare la spesa durante la giornata. Non compro mai troppa roba». Nel suo carrello una busta con mele in offerta, affettati, il pan carré e un barattolo di marmellata. Simonetta è un’infermiera delle Molinette, alle 23:50 ha appena concluso il turno e arriva in via Madama piena di sensi di colpa, il suo pensiero è rivolto ai lavoratori e ai turni che sono costretti a fare. Compra la sua cena: una monoporzione di insalata russa, del pane. In fila alla cassa, poco prima di mezzanotte ci sono tredici persone, alcuni arrivano soltanto per una bottiglia di vino o di birra, giusto in tempo, perché la vendita degli alcolici è vietata dalle 24 alle 6. Bisogna risolvere la questione in fretta. Tra le persone in coda spiccano Sebastiano e Amalia, che stanno per sborsare 50 euro in cibo spazzatura: cioccolato, patatine, caramelle, arachidi. «Non mezzanotte e venti entra un ragazzo africano che resta sull’uscio, il WiFi è aperto e sempre disponibile, lui l’ha capito, per questo passerà qui la notte a parlare al telefono con chi è lontano. A meno di due chilometri di distanza, in via Tripoli 12, si trova un altro negozio, di clienti nemmeno l’ombra. A popolare l’ambiente ci sono soltanto i dipendenti che devono trascorrere la notte, combattendo con la noia e i soliti scaffali ormai sistemati. «Preferisco lavorare di notte, c’è meno casino», si lascia sfuggire un dipendente. A Torino sono attivi dodici Carrefour 24/7, entrandoci si avverte una sensazione di desolazione.

E può capitare di chiedersi quale sia la logica dietro a questa costosa operazione di mercato. L’h24 è un servizio aggiuntivo che i supermercati offrono ai loro clienti, ma a giudicare dall’affluenza i torinesi devono ancora abituarsi. «mi piace uscire di giorno, di giorno di solito dormo», ammette candidamente Amalia. Franco ha 60 anni ed è abituato a vivere di notte, dopo 25 anni passati in fabbrica. Si sente più a suo agio quando il sole non c’è, di giorno naviga su internet e la notte compra i sacchi della spazzatura e il pane grattugiato, «tanto non riesco a dormire». L’aula studio, l’ospedale, la palestra, la fabbrica. Il supermercato nel cuore di San Salvario è un luogo di incontro tra diverse nicchie che altrimenti sarebbero rette parallele, nessuno si sente giudicato. Negli altri Carrefour sempre aperti, la situazione è diversa, tra le corsie si aggirano soltanto addetti alla manutenzione e al rifornimento degli scaffali. Il supermercato di corso Turati 29/D a mezzanotte e dieci sarebbe deserto se non fosse per un gruppo di liceali alle prese con i morsi della fame notturna. La caccia grossa è verso i muffin, la pizza e la cioccolata. A mezzanotte e venti entra un ragazzo africano che resta sull’uscio, il WiFi è aperto e sempre disponibile, lui l’ha capito, per questo passerà qui la notte a parlare al telefono con chi è lontano.

A meno di due chilometri di distanza, in via Tripoli 12, si trova un altro negozio, di clienti nemmeno l’ombra. A popolare l’ambiente ci sono soltanto i dipendenti che devono trascorrere la notte, combattendo con la noia e i soliti scaffali ormai sistemati. «Preferisco lavorare di notte, c’è meno casino», si lascia sfuggire un dipendente. A Torino sono attivi dodici Carrefour 24/7, entrandoci si avverte una sensazione di desolazione. E può capitare di chiedersi quale sia la logica dietro a questa costosa operazione di mercato. L’h24 è un servizio aggiuntivo che i supermercati offrono ai loro clienti, ma a giudicare dall’affluenza i torinesi devono ancora abituarsi.

GIORGIA MECCA
ROMOLO TOSIANI