“Per noi l’idea è di aprire uno spazio di confronto e costruire insieme degli strumenti di consapevolezza”. Così Andrea Lazzara, dell’Ordine degli psicologi del Piemonte, parla dei corsi prematrimoniali che la Città di Torino ha deciso di organizzare per chi sceglie di sposarsi con rito civile. La proposta è stata presentata dalle consigliere comunali Ludovica Cioria e Amalia Santangeli e sono stati coinvolti anche l’Ordine degli psicologi e degli avvocati. I corsi, articolati in 3-4 incontri, sono in partenza a marzo del 2026. Il programma è in via di definizione, sicuramente sono previsti un appuntamento con l’avvocato e uno con lo psicologo.
“Il matrimonio non è una fotografia, non è una dimensione statica – continua Lazzara -. È un percorso in continuo movimento che costringe la coppia a rimodularsi costantemente”. Ma se le cose cambiano continuamente bisogna saper gestire il cambiamento. “È normale che scoppino dei conflitti all’interno di una coppia – prosegue lo psicologo – per questo è importante aiutare le persone a stare nei conflitti. Fa la differenza come stai lì dentro, se l’unica arma è la violenza, gli esiti non possono che essere nefasti”.
Rispetto al tema della violenza maschile contro le donne all’interno delle coppie, l’intimate partner violence, “non abbiamo la presunzione di dire che con quattro incontri abbiamo risolto il problema ma possiamo seminare qualcosa, poi vediamo se germoglia” spiega Lazzara. “Il messaggio importante è che si può e si deve parlare di questi temi. – conclude – La violenza è un esito possibile della conflittualità, quello su cui lavoriamo è proprio cercare di prevenire reazioni violente”.
Per Chiara Rollero, psicologa esperta di violenza maschile contro le donne e docente dell’Università di Torino, è necessario infatti distinguere tra il conflitto e la violenza. “Il conflitto è funzionale alla coppia, è fisiologico e anche sano per molti aspetti – spiega la docente -, ma parte dal presupposto di riconoscere all’altra persona la titolarità di un’opinione e di un comportamento autonomo. La violenza invece si verifica tutte quelle volte in cui ci sono dinamiche di potere e di controllo, quindi non si riconosce all’altra persona la titolarità di un punto di vista diverso dal proprio, ma semplicemente si cerca di assoggettarla”.
“Ragionare su questi temi nei corsi prematrimoniali, secondo me può essere utile – aggiunge Rollero -. Tutto ciò che tratta il tema delle relazioni all’interno della coppia può infatti costituire una forma se non proprio di prevenzione, almeno di sensibilizzazione”.
“Un altro tema interessante e utile da far conoscere in questi contesti è quello della gestione finanziaria e della violenza economica” aggiunge la psicologa. In Italia infatti un terzo delle donne che si rivolgono ai Centri antiviolenza (Cav) ha subito violenza economica. Inoltre dall’ordinamento giuridico italiano è prevista, al momento del matrimonio, la scelta riguardo alla gestione finanziaria della coppia, che può essere la comunione o la separazione dei beni, e ognuna comporta dei benefici e dei limiti diversi. Avere queste informazioni prima di sposarsi può aiutare non solo a prevenire successive complicazioni ma anche a “far conoscere il fenomeno, ancora poco noto alle persone, in maniera che siano consapevoli di quello che potrebbe succedere nel caso in cui fossero vittime di violenza economica”.