Quattro patrimoni Unesco nella stessa provincia. Una popolazione che arriva a poco più di 50 mila abitanti, turisti esclusi. Siena è una città che ogni anno accoglie tra i 4 e i 5 milioni di visitatori nel periodo che va dalle festività pasquali a ottobre. La stagione 2020 è segnata però dal Coronavirus, da pesanti ricadute sociali ed economiche per una meta molto apprezzata anche all’estero.
“Siamo in ginocchio”. Federica Olla è la presidente del “Centro Guide Turistiche Siena e Provincia”. L’associazione organizza tour in città e nei borghi del territorio senese. “Qualche visitatore sta arrivando. Si tratta di un turismo di prossimità e che dura una giornata o poco più. Sono soprattutto emiliani, marchigiani e toscani”, racconta Olla.
A Siena ci sono tra le 250 e le 300 guide turistiche. Una professione che sta cercando di reinventarsi e di proporre itinerari in grado di conciliare le misure di sicurezza da rispettare e le aspettative dei turisti. “La scorsa settimana abbiamo organizzato con piccoli gruppi, dotati di mascherine e auricolari, visite monotematiche in alcun luoghi della città. Di solito riservavamo queste attività ai senesi durante l’inverno”, afferma la guida.
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L’associazione presieduta da Olla sta ragionando su alcuni servizi da fornire “a distanza”, da vendere ai turisti stranieri. “Stiamo pensando a webinar o video che raccontino i nostri musei e le nostre piazze”.
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L’indotto generato dal turismo coinvolge attività che traggono vantaggi dall’arrivo dei visitatori: alberghi, bar, ristoranti e negozi. Secondo i dati della Camera di Commercio di Siena nel centro cittadino sono presenti 65 alberghi, 200 bar e ristoranti, infine 391 attività di commercio al dettaglio. Dal conteggio sono quindi esclusi tutti gli esercizi che operano in provincia e al di fuori dalla cinta muraria. E sono molti.
“Un ristorante che faceva 100 coperti ora ne può mettere a sedere 30. Riaprire per alcuni è antieconomico e antiproduttivo”. Leonardo Nannizzi è il presidente di Confesercenti Siena. L’associazione di categoria da settimane racconta le difficoltà che i settori alberghiero e ristorativo stanno attraversando.
I negozi di vicinato e gli alimentari invece hanno sofferto meno perchè erano aperti anche durante il lockdown. “Hanno avuto un’impennata di vendite. Si sono resi indispensabili per i cittadini anche se ora le loro attività si stanno regolarizzando a livello di incassi”, spiega Nannizzi.
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Secondo Confesercenti Siena il Coronavirus ha avuto il merito di far riscoprire al territorio l’importanza dei piccoli esercenti. E il demerito di produrre guadagni ingenti nei bilanci delle grandi piattaforme digitali. “Noi chiediamo una web tax importante. il commerciante offline è sempre sotto controllo e ha le date di partenza di sconti e saldi. Mentre questi giganti dell’e-commerce pagano poche tasse e lasciano all’Italia le briciole”, sostiene Nannizzi.
L’arrivo della Fase 2 e le riaperture di maggio hanno consentito a molte attività di riaprire. Ci si domanda però a quale prezzo. “Alzare le serrande mettendo in atto i dispositivi di sicurezza ha un costo aggiuntivo che qualcuno magari non riesce a permettersi. Ci sono mille normative e tanta confusione tra i provvedimenti che sono stati emessi. Le aziende poi dovevano ricevere un supporto economico immediato”, afferma il presidente dell’associazione di categoria.
Nannizzi è cauto sulle conseguenze che hanno avuto per il turismo le riaperture dei confini regionali e nazionali di giugno. “Soltanto verso la fine del mese avremo un primo assaggio. Difficile capirlo ora”.
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“Il Coronavirus è una tragedia che ci ha costretto a riflettere. Dobbiamo puntare su una città che non sia più a uso e consumo del turista”. Massimiliano Angelini è una delle anime di “Siena Riparte”, il comitato è nato in maniera spontanea e “online” qualche giorno fa. Un gruppo di cittadini che si interroga sulle criticità conseguenti alla crisi economica dovuta al lockdown. Durante il primo incontro – trasmesso sulla pagina Facebook – si è discusso di turismo.
Durante l’evento sono intervenuti una serie di ospiti ed esperti del comparto. “Sabato Leo, manager di Trivago, ci ha detto quanto sarà importante per il turista valutare la prossimità tra luogo di provenienza e di destinazione. Una distanza che verrà misurata nel raggio di pochi chilometri”, rileva Angelini. Se la tendenza è questa la comunicazione della città deve catturare l’attenzione di un certo target. “Inutile rivolgersi al turismo estero. Gli italiani potrebbero riscoprire il turismo di prossimità e andare in luoghi non troppo distanti da casa”, sostiene il membro di “Siena Riparte”.
Secondo Angelini Siena ha una grossa occasione per “destagionalizzarsi”. “Possiamo dipendere meno da quel turismo mordi e fuggi e far riscoprire una città che, seppur piccola, è ricca di storie e di chiavi di lettura che vanno bene per tutto l’anno”.
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La città toscana e la sua provincia hanno alcune caratteristiche che la renderebbero ideale per una vacanze ai tempi del Coronavirus: bassa densità di popolazione, ampi spazi paesaggistici e buona qualità dell’aria. “Siena è ideale per un soggiorno sicuro, tranquillo e privo di affollamenti”, sostiene Angelini.
Il Comitato “Siena Riparte” si interroga però anche sul lungo periodo, su quando finirà l’emergenza e sui prossimi anni. Questa settimana raccoglierà in un report una serie di proposte, che consegnerà al Comune di Siena. Angelini auspica “un nuovo corso”: “La crisi può essere anche un’opportunità. Guardando avanti si può pensare a qualcosa di costruttivo”.
Per l’emergenza coronavirus la redazione di FuturaNews si è organizzata per lavorare diffusa sul territorio di appartenenza degli studenti giornalisti praticanti del Master Giorgio Bocca, che ha attivato la formazione a distanza.
Per questo le notizie locali dal 12 marzo saranno firmate dai nostri “corrispondenti”, sparsi dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia Romagna alla Toscana, dal Lazio alla Campania fino alla Puglia e al Friuli Venezia Giulia.
Dal nostro corrispondente RICCARDO PIERONI