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Coronavirus, scendono ancora i contagi. Ma in Piemonte l’epidemia non rallenta come nel resto d’Italia

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Il nuovo Bollettino della Protezione Civile, emanato ieri, 14 aprile, parla ancora una volta di una discesa nel numero dei nuovi contagi, che si attestano a 2972. È la prima volta dal 13 marzo scorso che la cifra scende sotto i tremila. Rispetto a lunedì 13 aprile sono 181 i casi in meno. Per quanto riguarda i nuovi positivi, nelle ultime 24 ore c’è stato un incremento di 675 unità rispetto al giorno precedente, quando la crescita era stata di 1363. Anche in questo caso si tratta dell’aumento più contenuto da oltre un mese: il 6 marzo i nuovi malati furono infatti 620. Restano positivi anche i dati dei guariti, che registrano un aumento di 1.695 casi rispetto al giorno precedente. Continua il trend di discesa il numero di ricoveri in terapia intensiva, 74 in meno rispetto al giorno precedente. Sono diventate due, intanto, le regioni con nessun nuovo caso di Covid-19 rilevato: il Molise e la Basilicata. In Umbria invece si è registrata una sola nuova positività.

Il dato negativo riguarda il numero dei decessi. Nella giornata di ieri sono stati 602, contro i 566 del giorno precedente. Sono così 21mila le vittime dall’inizio dell’epidemia.

Sull’andamento dell’epidemia nei prossimi giorni potrebbero influire le uscite degli italiani nei giorni delle festività pasquali. Secondo i dati del Viminale nel giorno di Pasquetta sono state 16.545 le persone sanzionate per aver violato i divieti di spostamento, 88 per aver fornito false dichiarazioni e 29 per violazione della quarantena.

La situazione in Piemonte

Sono 93 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati ieri sera dall’Unità di Crisi. Una cifra che porta il numero complessivo delle vittime ad avvicinarsi alle duemila unità. Il totale è  di 1.969 deceduti. Le province che registrano più morti sono quella di Torino (803) e Alessandria (389). Segue Novara con 194 vittime.

Il numero dei nuovi contagi secondo il Bollettino di ieri è aumentato, rispetto al giorno precedente, di 527 casi, una cifra alta rispetto allo stesso valore registrato in altre regioni. I contagiati  nella regione salgono così a 17.773, di cui quasi la metà, 8.383, nella sola provincia di Torino. Resta stabile invece il numero dei ricoverati in terapia intensiva: 369.

Continua a crescere intanto il numero dei guariti. L’Unità di Crisi della Regione ha comunicato che il numero complessivo di pazienti risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, e quindi guariti, è di 1.473, con un aumento di 101 casi rispetto a lunedì 13 aprile.

L’epidemia rallenta meno

La situazione in Piemonte sembra essere in parte diversa da quella registrata nelle altre regioni. La curva di discesa dell’epidemia è molto più lenta. “La nostra regione sta vivendo quello che Lombardia, Veneto ed Emilia hanno vissuto dieci giorni prima. Abbiamo uno spostamento che ci dice che il virus sta andando via in modo molto più lento” ha spiegato ieri il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Sabato scorso, 11 aprile, Cirio aveva scelto di non riaprire sul territorio regionale le librerie e le cartolerie, come invece aveva predisposto il nuovo decreto emanato dal Presidente del Consiglio Conte la sera precedente.

Il problema dei tamponi

I tamponi effettuati in Piemonte sono in numero molto minore rispetto a quelli eseguiti nel resto del Nord Italia. Nel fine settimana di Pasqua la Lombardia aveva raggiunto i 205mila tamponi, il Veneto 198mila, l’Emilia 96mila mentre il Piemonte solo 66mila. Il presidente Cirio ha attribuito una parte della colpa del ritardo piemontese ai tagli alla sanità regionale effettuati negli anni passati e di conseguenza alla mancanza di laboratori in grado di analizzare i tamponi: “Facevo il presidente da sette mesi quando è iniziata l’emergenza e ho trovato due laboratori in grado di fare 120 tamponi al giorno – ha dichiarato Cirio ieri in un’intervista a Rai Radio 1 – Gli altri erano stati chiusi nella riorganizzazione della sanità piemontese. Nel giro di pochi giorni siamo arrivati ad averne venti e siamo passati da 120 a 5mila tamponi. Un lavoro difficile, arduo e complesso”. Cirio ha poi voluto sottolineare come il Piemonte abbia seguito “sin dall’inizio le indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss)”.

Nel frattempo però i medici continuano a chiedere più tamponi. Il Pd ha parlato di una “situazione fuori controllo” in Piemonte. I 5 Stelle hanno scritto al premier Conte per chiedere di commissariare la sanità regionale. Nella serata di ieri inoltre si è venuto a sapere che molte segnalazioni dei medici di famiglia di pazienti con sintomi riconducibili al Covid-19 effettuate nel mese di marzo sono sparite nel nulla. Un problema che secondo l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi è stato forse causato “da uno straordinario flusso di email”. Icardi in ogni caso ha annunciato di aver chiesto alle ASL regionali una dettagliata relazione sulla vicenda.

Le Rsa

I decessi a causa del Covid-19 registrati nelle case di riposo sul territorio piemontese sono quasi 500 e sono tante le inchieste delle procure. Nei giorni scorsi Cgil, Cisl e Uil avevano denunciato come ci fossero “troppi morti e contagiati negli ospedali e nelle Rsa”. In una nota congiunta i sindacati avevano chiesto di “agire subito per la sicurezza di operatori e cittadini”. La procura di Cuneo ha aperto un fascicolo sulla vicenda della casa di riposo di Villanova Mondovì, sgomberata lo scorso 30 marzo dopo alcuni decessi attribuiti al Coronavirus. L’ipotesi provvisoria, ancora da verificare, è l’epidemia colposa, ma per ora non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati. Altri sette fascicoli sono stati aperti dalla procura di Ivrea per altrettante case di riposo nel Canavese, mentre a Torino si indaga sui decessi registrati alla Rsa di Grugliasco. 

Anche la sindaca di Torino Chiara Appendino è intervenuta sul tema delle Rsa, in un video pubblicato ieri sul suo profilo Facebook. “Non abbiamo competenza in materia sanitaria, ma stiamo sollecitando la Regione Piemonte – ha assicurato Appendino – Stiamo lavorando per applicare il protocollo che abbiamo sottoscritto con la prefettura. Questa settimana la dedicheremo al monitoraggio che è stato posto in capo ai primi cittadini metropolitani e incontrerò virtualmente tutti i sindaci dei paesi maggiormente coinvolti, i direttori delle Rsa e i componenti dell’unità di crisi regionale. Faremo il punto su ogni struttura”.

NADIA BOFFA