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Coronavirus: la spesa alimentare è diventata una corsa tra gli scaffali

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Uova e latte a lunga conservazione. Pasta di semola e caffè macinato. Ma anche acqua minerale. Sono i prodotti che hanno registrato un’impennata di acquisti in queste ultime settimane di pandemia. Con degli incrementi che spaziano dal 9% al 59%.  A tali beni alimentari, che con sempre maggiore frequenza tracimano dai carrelli degli italiani impegnati in questa spesa di guerra, si aggiungono anche Grana Padano e Parmigiano, tonno sotto’olio e salumi. E, ancora, legumi secchi, carne in scatola e lievito di birra. 

É Coldiretti a rilevarlo, grazie a un’analisi condotta sul cambiamento degli acquisti alimentari degli italiani secondo i dati IRI relativi alla settimana 8 – 15 marzo. In base ai risultati dello studio, gli italiani tenderebbero a comprare – in questa situazione emergenziale – soprattutto alimenti di base. Ma anche ad accumulare prodotti a lunga conservazione. 
“Come abbiamo sempre ricordato ai consumatori, l’approvvigionamento alimentare è garantito per cui si tratta di un timore ingiustificato quello di non trovare più prodotti sugli scaffali”, spiega Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte. Una condotta che può portare anche a disagi e conseguenze serie. “Un comportamento irrazionale che, oltre a costringere a pericolose file, mette sotto pressione il lavoro di oltre tre milioni di italiani ai quali è stato richiesto di continuare ad operare nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione”. 

Un settore, quello agroalimentare, che rappresenta circa il 17% del Pil italiano e che in questo momento deve difendersi, oltre che dal virus, anche dalle speculazioni. “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di tentativi di speculare sugli agricoltori – continua Moncalvo -, è ingiustificato ad esempio il comportamento di alcuni caseifici che cercano di abbassare il prezzo del latte pagato ai nostri allevatori. Anche perchè molti continuano a comprare latte dall’estero invece di privilegiare il prodotto italiano”.

Una valorizzazione che Coldiretti si è impegnata a concretizzare attraverso l’attivazione, su tutto il territorio piemontese, del servizio di spesa a domicilio a cui collaborano le aziende di Campagna Amica.  A questo intervento si è aggiunta l’alleanza salva-spesa Made in Italy con agricoltori, industrie alimentari virtuose e distribuzione commerciale, promossa insieme a Filiera Italia e ai grandi gruppi della distribuzione come Conad e Carrefour.

Restano però dei settori in forte difficoltà come quello florovivaistico e quello vinicolo: “Dall’inizio della crisi ad oggi sono state mandate al macero quasi un milione di piante e fiori – racconta Moncalvo – anche se con l’ultimo decreto il Governo ha precisato che anche questi prodotti potranno tornare in vendita. Gli operatori si stanno organizzando per consegnare a domicilio. Per quanto riguarda il settore del vino, il danno principale per i produttori è dovuto alla cancellazione di importanti manifestazioni nazionali e non come il ProWein a Dusseldorf e il Vinitaly di Verona”. Manifestazioni che permettono ai produttori di farsi conoscere e programmare le vendite annuali.

“Chiediamo al Governo – conclude Moncalvo –  e alle autorità pubbliche di aiutarci nel lavoro di rifornire gli italiani dei beni essenziali, con provvedimenti semplici e chiari che permettano con la massima sicurezza possibile la continuità della raccolta, della produzione, della trasformazione e della distribuzione dei prodotti di largo consumo”.

FRANCESCA SORRENTINO