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Coronavirus: la richiesta per i malati non autosufficienti nelle Rsa

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Come gestire il problema dei familiari di anziani malati non autosufficienti ricoverati in Rsa piemontesi, le residenze sanitarie assistenziali,  i cui Direttori di struttura impediscono loro le visite ai sensi del Dpcm, il decreto del presidente del consiglio dei ministri, del 4 marzo sull’emergenza Coronavirus?

Il problema è stato sollevato da Andrea Ciattaglia, portavoce Promozione Sociale Onlus. “In questi giorni di contenimento del contagio da Covid-19 stiamo ricevendo molte mail e telefonate per avere chiarimenti a tal riguardo. Riteniamo che sia necessario insistere sulle cure sanitarie e sociosanitarie domiciliari, per i pazienti non autosufficienti, con un’alta valenza sanitaria”.

Ciattaglia, ai microfoni di Futura News, ha riportato anche la posizione delle associazioni del Csa -Coordinamento sanitá e assistenza -: “La necessità di preservare la salute dei malati ricoverati e limitare il contagio impone questa pesante e crediamo giusta decisione, che colpisce però profondamente negli affetti, impedendo di stare accanto e seguire il proprio caro anche per diverse settimane”.

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Quale è, allora, la soluzione da adottare? “Premesso il dovere di osservare una norma, sorge spontanea una riflessione. Se anziché costruire negli ultimi anni mega Rsa si fossero incentivate le cure domiciliari, un discorso questo sempre aperto ma non così perseguito dalle diverse amministrazioni, una parte delle famiglie e dei pazienti non sarebbe in questa situazione. Quello che noi chiediamo è che venga fornito ai familiari un contributo garantito dalla Sanità come il modello ‘assegno di cura’, per esempio pari a metà quota sanitaria Rsa quindi 700/800 euro al mese a cui si aggiunge l’indennità di accompagnamento. Così potremmo risolvere situazioni di limitazione come queste”, sottolinea Ciattaglia.

“I cari anziani malati – sottolinea il portavoce di Promozione Sociale Onlus – starebbero in gran parte a casa loro e per di più lo Stato realizzerebbe ingenti risparmi. Confidiamo che questa vicenda, tra le tante cose, possa spingere anche su questi fronti a una maggiore attenzione verso la tutela della salute e delle esigenze relazionali dei malati, magari inguaribili, ma sempre curabili”.

Qui sotto l’intervista a Andrea Ciattaglia.

RICCARDO LIGUORI