L’emergenza Coronavirus sta segnando in modo pesante anche il turismo della città di Torino. Alla vigilia del ponte pasquale Federalberghi stima la perdita di fatturato per il weekend festivo in circa 4 milioni di euro. “Il nostro settore è completamente bloccato. I flussi turistici oggi sono pari a zero” racconta il presidente di Federalberghi Torino Fabio Borio.
Nell’aprile 2019 la percentuale complessiva di occupazione delle camere si aggirava attorno al 75% con un picco dell’80-85% tra il Venerdì santo e Pasquetta. “Attualmente invece la percentuale di occupazione delle camere si attesta all’1% ormai da qualche settimana. Quell’1% è rappresentato dalle poche strutture che non sono chiuse perché ospitano personale sanitario o che per varie motivazioni non sono state toccate dal decreto emanato dal premier Conte” spiega Borio.
Il settore alberghiero è stato uno dei primi a subire la crisi dovuta all’emergenza sanitaria. “È dal 23 febbraio che continuiamo a subire cancellazioni di camere prenotate da parte degli ospiti. Ci eravamo accorti già allora della profondità del problema, che poi si è concretizzato nelle misure adottate dal governo e nella consapevolezza delle persone” sottolinea il presidente. Gli imprenditori alberghieri sono preoccupati perché hanno paura che non vengano comprese le loro reali problematiche di liquidità, che sono differenti rispetto a quelle di altri locali o imprese. “Le strutture ricettive non vendono prodotti e quindi non potranno in alcun modo recuperare le entrate perse in queste due settimane. Inoltre non possono neanche svolgere il lavoro da casa” spiega Borio.
La crisi di liquidità legata all’epidemia va ad aggiungersi ad una situazione preesistente già non proprio rosea. “Con le misure di supporto economico adottate finora le tassazioni e i mutui vengono solo posticipati. Il problema però è che molti alberghi stanno pagando già da tempo gli affitti perché le strutture non sono di loro proprietà. Il nostro settore non godeva già prima di buona salute. Quando si riaprirà certamente ci vorrà molto tempo per riattivare tutto il sistema” afferma ancora il presidente.
Tanto tempo sì, perché anche una volta che la situazione migliorerà, i turisti non torneranno subito a prenotare le camere e soprattutto si sarà perso il periodo più florido per il turismo torinese. “La crisi si è già mangiata i mesi più importanti per questa città, che sono aprile e maggio. Arriveremo ad una ipotetica riapertura nei mesi di luglio e agosto, che però già in una situazione normale sono deserti dal punto di vista turistico – osserva Borio, che poi conclude – Stiamo parlando di un danno economico molto grave che necessita di misure di supporto strutturali”.