Oggi, 5 febbraio, è la 12sima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, istituita dalla campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero con il Ministero dell’Ambiente. Secondo il rapporto “Il caso Italia 2025” dell’Osservatorio Waste Watcher International, presentato ieri, gli italiani sprecano ogni giorno 88,2 grammi di cibo a testa, oltre 32 kg di cibo in un anno. Una cattiva abitudine in crescita rispetto al 2023, che, secondo i dati del rapporto realizzato che ci costa quasi 140 euro a testa ogni anno e oltre 14 miliardi complessivi se si include anche inclemente la filiera produttiva e la distribuzione.
Per ridurre gli sprechi alimentari, bastano poche azioni quotidiane. Spreco Zero ha ideato lo “Sprecometro”, un’app che misura lo spreco di cibo e ne calcola la perdita economica e l’impronta carbonica e idrica dello spreco alimentare, proponendo all’utente contenuti educativi, schede e altri materiali per ridurre gli sprechi.
Consigli per buttare meno cibo ancora commestibile li propone anche il Banco alimentare, fondazione che attraverso le propri organizzazioni territoriali recupera il cibo in eccesso nelle filiera agroalimentare per distribuirlo in modo gratuito a organizzazioni che si occupano di persone e famiglie in difficoltà. Assieme a Laura Mongiello, presidente dell’ordine dei tecnologi alimentari italiano e del Comitato tecnico scientifico di Banco Alimentare, ha redatto un lista di comportamenti per ridurre lo spreco e mantenere più a lungo commestibili i cibi:
- pianificare le porzioni, preparando quantità adatte al numero dei commensali;
- congelare correttamente, trasferend il cibo in contenitori più piccoli e raffreddalo a bagnomaria, con acqua fredda e ghiaccio prima di metterlo in freezer;
- usare contenitori chiusi etichettando con l’indicazione di data e contenuto: “Il cibo cotto – si legge nel vademecum – va mantenuto in frigo, nei ripiani più bassi, a +4°C, e consumato entro due o tre giorni, purché sia se raffreddato rapidamente, entro due ore dalla preparazione”;
- riutilizzare in maniera creativa il cibo in eccesso, facendo attenzione però a non lasciare mai gli alimenti cotti a temperatura ambiente;
- verificare sempre, prima di buttare un alimento, se è passato il termine di scadenza: in quel caso non va consumato, mantre se è solo trascorso il termine minimo di conservazione (Tmc), il prodotto va esaminato (controllandone aspetto, odore, gusto) per valutare se è ancora può essere ancora sicuro mangiarlo.
Secondo l’ultimo Bilancio sociale, nel 2023 il Banco alimentare ha raccolto 9208 tonnellate di alimenti, coinvolgendo 556 organizzazioni partner sul territorio. In totale sono state 112.503 le persone assistite. “Il nostro punto di partenza – spiega il presidente del Banco alimentare del Piemonte, Salvatore Collarino – è quello di trovare cibo per le persone in difficoltà, poi all’interno di questo ovviamente la prima grande ricaduta è che diventiamo anche un attore importante sulla riduzione dello spreco, perché grossomodo il 50% dei prodotti distribuiti arrivano da attività senza le quali quel prodotto sarebbe destinato ad uno spreco”.