Hackability ha solo tre anni ma sono tanti e di rilievo i progetti già realizzati, coinvolgendo realtà come Juventus e Barilla. Stamattina, 25 giugno, a Palazzo Civico, l’associazione senza scopo di lucro che punta a mettere la tecnologia al servizio della disabilità, ha lanciato una nuova sfida che la vede protagonista insieme a Comune di Torino, Associazione Nazionale Comuni Italiani, Toyota e Arriva: Hackability4Mobility. Si tratta di un maratona di progettazione dove le persone con disabilità collaboreranno con designer e artigiani digitali, i cosiddetti maker, per unire bisogni, inventiva e competenze per trovare soluzioni nuove o migliori per la loro mobilità: “Le iniziative di Hackability non sono come una tradizionale hackathon, che dura di solito uno o due giorni, ma vanno avanti, dando la possibilità di sviluppare ulteriormente i progetti”, ha affermato Maria Lapietra, assessora cittadina alla mobilità.
“Spesso le persone con disabilità sono designer ma non lo sanno – ha spiegato Carlo Boccazzi Varotto, coordinatore del sodalizio -, hanno idee, progetti e competenze che noi ci siamo chiesti come trasformare in progetti e soluzioni.” L’associazione, con un approccio pragmatico, non teme di collaborare con le industrie: “Collaborando con un ente filantropico è difficile riuscire a entrare nella vita quotidiana delle persone, mentre questo risultato si raggiunge più facilmente se si lavora con le imprese”, ha spiegato il referente. Una metodologia apprezzata in Italia e all’estero, che recentemente ha portato Hackability ad avviare, fra gli altri progetti, una collaborazione con l’Università di Shanghai
Il presupposto per i progetti di Hackability4Mobility è che una volta risolto il problema del singolo, bastano pochi cambiamenti per far diventare la soluzione utile per qualcun altro; ma non è sufficiente: per la no profit torinese è importante che il risultato sia sostenibile per chiunque: “Abbiamo fatto un prototipo di bicicletta per bambini con disabilità, con un costo di 350 euro; ne abbiamo visto un altro che ne costava 8mila, ma quale famiglia può spendere una cifra simile per una bici per bambini? Noi puntiamo a realizzare cose che non esistono, o che costano meno, e con la fabbricazione digitale è facile, oppure meglio”, ha detto l’attivista.
A settembre, nei giorni della European Mobility Week, aprirà la gara di idee e soluzioni che durerà per tutto l’inverno: i propototipi saranno di proprietà di chi siederà ai tavoli, anche con la possibilità, quindi, di metterli in commercio. Testimonial dell’iniziativa, l’atleta albese Francesca Fenocchio, campionessa di handbike, che ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 ha conquistato la medaglia d’argento nella staffetta con Alex Zanardi e Vittorio Podestà.
Valentina Astori, amministratore delegato della Sadem, che gestisce servizi di trasporto pubblico locale extraurbano nella provincia di Torino, ha sottolineato come il trasporto pubblico sia ancora poco utilizzato da chi è affetto da disabilità, con ampi spazi di miglioramento: “Speriamo tra un anno di poterci incontrare nuovamente e di poter dimostrare che qualche persona con disabilità in più usa i mezzi”. È intervenuto anche Andrea Saccone, responsabile delle relazioni esterne di Toyota Italia: “Quando ci è stata proposta dal Comune, abbiamo capito subito che si tratta di un’iniziativa che sposa la visione dell’azienda a livello globale, la cui ambizione più grande è dare un contributo per la mobilità alla società, sia con modalità più tradizionali per il settore come lo sviluppo di tecnologie innovative per una mobilità più sicura, sia sviluppando servizi per assicurare la mobilità per tutti. Metteremo a disposizione di Hackability4Mobility risorse, una vettura e le nostre professionalità in Italia sperando che i progetti che la maratona produrrà possano migliorare la vita delle persone e trovare applicazione pratica nel mondo Toyota.”
Ha concluso la mattinata la sindaca Chiara Appendino: “Tengo a sottolineare tre aspetti di questa iniziativa. Innanzitutto ciò che rende questo momento importante è il fatto che nasce dal coinvolgimento delle persone che affrontano quotidianamente i problemi di inaccessibilità che ci sono ancora in parti della città. In secondo luogo, l’approccio trasversale al tema: dal punto di vista culturale c’è molto da fare e non si tratta soltanto della riduzione delle barriere che vanno a limitare i diritti di alcuni, e quindi un’intera comunità, ma del fatto che ogni singolo intervento deve avere in mente il tema della disabilità. Penso a un marciapiede, una pista ciclabile, al sistema del trasporto pubblico: ogni intervento deve essere accessibile a tutti e tutte. Infine, il fattore dell’innovazione tecnologica, cioè il tentativo di arrivare alle soluzioni usando i nuovi strumenti, che diventano parte integrante di un ecosistema-città che cerca di abbattere queste barriere.”
Appendino ha colto l’occasione per annunciare l’entrata in servizio dal 20 giugno del nuovo disability manager del Comune di Torino, Franco Lepore, e per annunciare che le prime risorse dei circa 250mila euro che arriveranno a Torino a seguito della cosiddetta Norma Fraccaro saranno utilizzati per l’attuazione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche.
Space Hackability: una guida online per gli utenti
Hackability ha dato vita a una piattaforma aperta per condividere i suoi progetti, pensata anche per permettere a tutti quelli che lavorano sul tema, gli “inventori” di soluzioni in modalità do it yourself, di condividerle a loro volta in modo semplice ed intuitivo. “Space Hackability – dichiara Boccazzi Varotto – è nata dalle nostre specifiche esigenze, ed è l’unica piattaforma in circolazione e funzionante che, a differenza di semplici soluzioni per la condivisione di progetti Open Source, è stata creata come guida per gli utenti nel condividere e documentare i progetti. Vi caricheremo progressivamente i circa 90 progetti realizzati in questi tre anni; la prima fase di test sarà realizzata sui progetti di Hackability4Moi.”
Quello che ha coinvolto l’area ex villaggio olimpico è uno degli ultimi progetti realizzati dalla no profit, coinvolgendo per quasi otto mesi circa 80 tra maker, designer, artigiani, studenti del Corso di tecnologia per la disabilità del Politecnico. “L’iniziativa, realizzata nell’ambito del progetto AxTo 3.03 azioni per la periferia torinese, co-progettando insieme a persone con disabilità, caregiver, residenti nell’area di Torino intorno all’ex mercato ortofrutticolo, nuovi presidi e soluzioni in grado di migliorare l’autonomia nella vita quotidiana. Ne sono nati otto oggetti: chiunque può scaricarli dal sito per duplicarli o migliorali”, spiega Boccazzi Varotto.
Quanto a Space Hackability, la filosofia è chiara: “Pubblichiamo anche gli errori. Soprattutto in questo settore anche dire che abbiamo seguito una strada ma si è rivelata sbagliata è molto utile”, conclude. Se è vero che sbagliando si impara, Hackability ha deciso di fare tesoro dei suoi errori per farne occasioni di innovazione.