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Le comunità energetiche, un anno dopo: il progresso c’è ma va a rilento

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Un anno fa veniva inaugurata a Pinerolo la prima delle comunità energetiche condominiali in Italia. Un vecchio condominio degli anni Settanta era stato interamente riqualificato, con il lavoro della società pubblica Acea energie nuove, e prometteva tre cose: ridurre drasticamente i propri consumi energetici; produrre in autonomia buona parte dell’elettricità che avrebbe usato, con pannelli fotovoltaici; soprattutto, prometteva di essere il primo di molti. A dodici mesi da allora, la promessa è stata mantenuta solo in parte.

L’energia è il fattore che contribuisce di più alle emissioni inquinanti mondiali, con il 55%. Si può parlare di un successo sia economico che ecologico, quindi, per il modello di Pinerolo: ha ridotto i consumi di fonti fossili dell’88% e, per il riscaldamento, ha utilizzato per il 75% energie rinnovabili. L’energia termica risparmiata, grazie al “cappotto” isolante, è stata il 55%. Il livello di autonomia energetica, cioè la quantità di energia utilizzata che il condominio ha prodotto per sé, è stata tra il 70% e il 90% nei diversi periodi dell’anno.

Oggi, Acea energie nuove presenta gli altri progetti di comunità energetiche condominiali che ha portato avanti dopo quello di Pinerolo, di cui 7 si trovano a Torino, nel quartiere Mirafiori Sud. Sono 20 in totale, coinvolgono 700 famiglie. Ma in Italia i condomìni sono 1,2 milioni. Una volta dimostrato che il modello funziona, l’amministratore unico di Acea Francesco Carcioffo spera che altri inizino a seguirlo: “Abbiamo fatto il primo condominio in Italia, poi il secondo, il terzo, il quarto…arriviamo oggi a fare il ventesimo. Vediamo, magari ci sarà qualcun altro che si metterà a fare il ventunesimo”.

Gianni Pietro Girotto, presidente  della commissione Industria, commercio e turismo del Senato, era presente un anno fa all’inaugurazione: “In un periodo in cui si parla moltissimo del gas, del suo prezzo e delle conseguenze del suo utilizzo – commenta oggi – uno strumento come questo, che ha ridotto il consumo di gas in modo strutturale, favorendo le fonti rinnovabili, è la migliore risposta che si può dare”.

Cosa sono le comunità energetiche?

Le comunità energetiche condominiali sono un tipo di Cer, cioè Comunità energetica rinnovabile. Si tratta di realtà tecnologiche che hanno preso piede in Italia negli ultimi anni, prima negli studi scientifici, come quelli dell’Energy center del Politecnico di Torino, poi anche nella pratica. Nel caso dei condomini, uniscono tecniche tradizionali – pompe di calore, pannelli fotovoltaici, cappotti per l’isolamento termico – e innovative – come schermi che permettono di monitorare i propri consumi in tempo reale e regolare la temperatura di ciascuna stanza nell’appartamento – per ridurre il più possibile i consumi e allo stesso tempo produrre parte dell’energia elettrica che si utilizza. Sprecare e inquinare meno, risparmiando in bolletta.

Le Comunità energetiche rinnovabili, peraltro, non esistono solo in forma di condominio. La prima Cer realizzata su un intero paese si trova a Magliano Alpi, in provincia di Cuneo. Quasi un anno fa, Futura le ha dedicato un podcast: “Energia in Comune”.

Viaggio a Nord Ovest -Quarta puntata: Energia in Comune

Ascolta “Energia in Comune – di Edoardo Di Salvo e Luca Pons” su Spreaker.

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