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Compra, mangia, dona. Basta poco per evitare lo spreco alimentare

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Un uomo riempie il carrello fra gli scaffali del supermercato, ma la maggior parte di quello che comprerà, probabilmente, andrà sprecato. Per evitarlo si può lavorare su tre punti: l’ottimizzazione del carrello della spesa; una corretta conservazione degli alimenti; una giusta interpretazione delle date di scadenza. L’analisi condotta da Altroconsumo e illustrata da Emanuela Bianchi sulle abitudini delle famiglie mostra come sia in ambito domestico che avviene il maggiore spreco di cibo.
In casa si sviluppa anche il 40% dei focolai di malattie e disturbi legati all’alimentazione, come dimostrano i dati raccolti dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino esposti da Silvia Gallina e ribaditi da Gianfranco Corgiat Loia, dirigente regionale per Sicurezza alimenti e prevenzione.

L’errore può avvenire nel trasporto dal supermercato a casa (basta fermarsi per due chiacchiere lasciando i prodotti nel carrello) oppure nel sistemare la spesa una volta arrivati: ai ripiani del frigorifero corrispondono diverse temperature, ma non molti lo sanno.
Oppure i prodotti, per effetto di sconti o distrazione, si accumulano. Se però la dicitura “da consumare entro” indica una scadenza oltre la quale il prodotto dev’essere scartato, la data preceduta da “preferibilmente” è un avvertimento, oltre la quale si ha ancora qualche giorno per consumarlo. I dati di Eurobarometer presentati mostrano come meno della metà della popolazione europea conosca la differenza, con l’effetto che spesso vengano buttati prodotti ancora utilizzabili.

 

 

Il problema è rilevante e ad agosto 2016 lo Stato ha varato una legge che va ad aggiungersi a quella “del Buon Samaritano” e permette a Banco Alimentare di ritirare i prodotti avanzati da mense, ristorazione, catering e supermercati per redistribuirli a scopi sociali. Collabora l’azienda torinese Cuki, da sempre specializzata in contenitori per il trasporto e la conservazione dei cibi, grazie all’iniziativa Save Bag illustrata da Carlo Bertolino. Il consumatore comune invece può usare la nota vaschetta d’alluminio per impacchettare quanto avanzato al ristorante.

La app Una buona occasione, creata dal responsabile regionale Roberto Corgnati, offre invece consigli per la conservazione e ricette di Slowfood per riciclare i cibi. L’importante, conclude il segretario della Federazione italiana media ambientali Marco Fratoddi, è “rompere la solitudine del consumatore per vincere questa battaglia”.

CORINNA MORI

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