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Compensazione ambientale, uno strumento da diffondere

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Il benessere dei cittadini dipende anche dalla qualità dell’ambiente in cui vivono. E la Città metropolitana di Torino ha messo in campo da tempo strumenti operativi per attuare una strategia ambientale sul territorio, con lo scopo di rispondere all’emergenza climatica. Non sempre però il valore e le opportunità offerte dai progetti sono state colte a pieno.

Il Catalogo degli interventi di riqualificazione e compensazione ambientale (Circa) è uno strumento rivolto a comuni, enti e associazioni ideato a fine 2021 dal dipartimento Ambiente con il supporto di altri uffici e collaborazioni esterne. L’obiettivo è quello di individuare i luoghi del territorio che necessitano di interventi per incrementare la biodiversità, contenere i processi di consumo del suolo e riqualificare aree degradate. Ogni volta che si realizza un’opera deve esserne compensato l’impatto, cioè deve essere effettuato un intervento di miglioramento ambientale da un’altra parte.

“Quando ci sarà la necessità di compensare andremo a vedere se sono disponibili proposte dai territori all’interno del catalogo senza dover inventare interventi estemporanei”, spiega Gianna Betta del dipartimento Ambiente e vigilanza ambientale. La raccolta dati avviene con la compilazione di una scheda di segnalazione di aree degradate o che necessitano di una particolare tutela.

Fonte: Città metropolitana di Torino

A livello operativo, dopo due anni dall’apertura del censimento, sono pervenute 235 schede da parte di 38 comuni, 8 associazioni e 2 enti di gestione di aree protette. Molti comuni però in questi anni non avevano colto la rilevanza di questa opportunità, infatti non è ancora stata raggiunta una completezza a livello territoriale. Per informare gli enti di tutte le possibilità offerte dal territorio lunedì 27 marzo si è tenuto il convegno “Riqualificare l’ambiente nel territorio metropolitano. Strumenti operativi per rispondere alle sfide del cambiamento climatico”.

“La risposta è stata ottima. Molti comuni ci hanno detto dopo l’incontro che non avevano colto il valore di questi progetti”, afferma Betta. Attualmente è in corso l’analisi dei dati raccolti che prevede l’approfondimento tecnico da parte degli uffici della Città metropolitana per individuare la soluzione progettuale più opportuna. I progetti saranno finanziati con bandi ministeriali, Pnrr, fondi per le compensazioni ambientali e fondi derivanti dalla progettazione europea.

Per raggiungere l’obiettivo è stato anche recentemente istituito un gruppo di lavoro inter-dipartimentale composto da rappresentanti di tutti gli uffici tecnici. “Questo è innovativo – dice Gianna Betta- perché mette allo stesso tavolo competenze diverse e settori diversi. L’obiettivo del gruppo è proprio quello di dare supporto al territorio per individuare eventuali compensazioni ambientali da mettere in atto a fronte di opere impattanti o piani regolatori”.

Insieme al catalogo e al gruppo di lavoro è disponibile un elenco di buone pratiche e interventi-tipo messo a punto dal Politecnico di Torino con l’obiettivo di suggerire azioni che rispondano in modo efficace all’obiettivo. “L’accordo quadro di collaborazione tra il Politecnico e le istituzioni nasce per incrementare la sinergia tra mondo istituzionale e mondo scientifico”, sostiene Luciana D’Errico del dipartimento Ambiente e vigilanza ambientale.

“Il piano ministeriale per far fronte all’inquinamento è corretto, ma non ha tempistiche che rispettano la natura”, dice Gabriele Bovo, dirigente della direzione Sistemi naturali della Città metropolitana. Per questo motivo il territorio torinese sta agendo in autonomia. “Stiamo attraversando una fase di forte tensione sociale – afferma D’Errico -. Da un lato c’è l’esigenza di combattere il cambiamento climatico, dall’altro ci sono necessità connesse allo sviluppo economico e al reperimento di nuove forme di energia. Stiamo cercando di conciliare questi interessi nelle valutazioni ambientali”. 

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