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Come UniTo è diventata green

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Acquisto di distributori di cibo automatici ecosostenibili. Progresso nella gestione dei rifiuti. Introduzione di mezzi innovativi per la mobilità sostenibile. L’Università di Torino è sempre più green e secondo la classifica Green-Metric 2019, è la seconda più sostenibile d’Italia, subito dopo l’Ateneo di Bologna. «La raccolta differenziata è ormai praticata da più di 40mila persone nell’ateneo – racconta il vicerettore Vicario per la sostenibilità Egidio Dansero – e in molte sedi dell’università sono stati posti più di mille bidoni per le quattro frazioni di rifiuti. Inoltre il 97,11% di acquisti effettuati dall’ateneo oggi sono ecologici e conformi ai Criteri Ambientali Minimi». Risultati a cui si è arrivati anche grazie all’esistenza di UniTogo, lo sportello green dell’università, che a partire dal 2016 ha pianificato una serie di linee strategiche, con durata quinquennale, per migliorare le politiche di sostenibilità dell’ateneo. Tra gli obiettivi raggiunti c’è l’acquisto di 5500 borracce, di cui 100 sono già state distribuite nei mesi scorsi agli studenti e al personale dell’ateneo. «Anche le restanti verranno donate – spiega Dansero- ma le forniremo solo a coloro che si interesseranno alla tematica della sostenibilità ambientale e che parteciperanno ai convegni organizzati.
Altrimenti si rischia di rendere an- che questa iniziativa consumistica».Certo è che sono ancora molte le problematiche legate alla gestione dei rifiuti negli ambienti universi- tari, in particolare dell’organico, la cui raccolta, secondo Dansero «è impossibile da gestire all’interno di sedi molto grandi, come ad esempio il Campus Luigi Einaudi».
Un’altra difficoltà riguarda invece, più in generale, il sistema di compostaggio di rifiuti di Torino. «È inutile che l’università introduca l’uso di bioplastiche se poi la città non ha sistemi in grado di compostarle» commenta il vicerettore. E conclude: «Negli ultimi anni il nostro ateneo ha compiuto continuamente
passi in avanti e questo grazie anche al contributo degli studenti. Sul pia- no tecnico è stato fatto tutto il possibile, ora bisogna essere in grado di comunicare meglio e contribuire a rendere i cittadini ancora più sensibili su questi temi».

NADIA BOFFA

Articolo tratto dal Magazine Futura uscito il 5 febbraio 2020. Leggi il Pdf cliccando qui