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Come ti disegno Spongebob: l’albese Nicola Sterpone “folgorato” alla View Conference

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Dalle caricature dei compagni all’animazione del film di Spongebob in uscita il prossimo anno: da Alba a Montréal, la storia di Nicola Sterpone, classe 1982, è quella di un ragazzo che non ha avuto paura di inseguire il suo sogno fino a vederlo realizzato sul grande schermo.

Come è nata la sua passione per il disegno?
“Sono cresciuto a Neive, in provincia di Cuneo, a pochi chilometri da Alba, guardando e riguardando i classici Disney in videocassetta, ma ignorando del tutto l’idea che si potesse vivere facendo i cartoni animati. Da bambino ero attratto dalle scienze, così mi iscrissi al liceo scientifico. Spesso, però, invece di seguire le lezioni, disegnavo caricature dei miei insegnanti e compagni, divertendomi a inserirli in storie a fumetti poco lusinghiere. Le mie preferite erano  ispirate ai fatti di tutti i giorni, che cercavo di ricreare con la massima accuratezza, in modo che compagni e professori si riconoscessero e, quando avevano un buona dose di autoironia, ne ridessero. Mai avrei immaginato che questa sarebbe stata una base fondamentale per il mio futuro lavoro”.

Quando ha scoperto che disegnare cartoon è un lavoro?
“Un giorno, durante l’ultimo anno di università a Torino, sono capitato alla View Conference, che ai tempi si chiamava Virtuality, dove alcuni professionisti Dreamworks presentavano il loro lavoro su Shrek 2 e Madagascar. Fu allora che, come in Frankenstein Junior, mi dissi: Si può fare!“.

Dopo cosa è successo?
“Ho conseguito in fretta e furia la laurea in Dams a indirizzo multimediale per iscrivermi appena possibile al Virtual Reality e Multimedia Park a un master post laurea incentrato soprattutto sulla creazione di contenuti in 3D. Purtroppo non avevo un’idea molto chiara su come approcciarmi all’animazione e al suo studio, e nemmeno tanti dei miei insegnanti. Tuttavia, al termine del master, nel gennaio del 2006, mi sono ritrovato a fare uno stage ai Lumiq Studios di Torino: lì ho avuto la fortuna di incontrare alcuni tra i migliori professionisti dell’animazione presenti in Italia a quei tempi. Ho cercato di imparare da loro il più possibile, ma ben presto mi sono reso conto di quanto immense fossero le mie lacune. Così ho iniziato un percorso di apprendimento che da allora non si é mai interrotto: negli anni sono riuscito alternare periodi di lavoro e di formazione, e questo mi ha permesso di progredire e di lavorare su progetti sempre più ambiziosi”.

Su cosa sta lavorando adesso?
“Sono alle prese con il nuovo film di Spongebob Amici in Fuga, che uscirà nell’estate 2020 per Paramount Pictures. È un film speciale, dedicato alla memoria del suo creatore Stephen Hillenburg che ci ha lasciati nel novembre del 2018. Ci è stato richiesto di creare un film dal look moderno ma allo stesso tempo fedele alle prime stagioni del cartone. Io mi occupo di animazione, ovvero di tutto ciò che concerne il movimento e la recitazione dei personaggi: in questo caso le indicazioni sono molto precise sullo stile, che deve essere il più simile possibile alla serie in 2D. Tutti gli animatori sono stati sottoposti a una formazione iniziale con Andrew Overtoom, direttore dell’animazione della serie originale, che ha affianca il gruppo di Mikros Animation Montreal nella lavorazione del film”.

È dovuto andare all’estero per seguire la sua passione?
“Dal 2015 vivo a Montréal, in Canada, dopo che uno dei mei insegnanti della scuola online iAnimate mi propose di raggiungerlo per aiutare il suo gruppo a ultimare un piccolo film indipendente chiamato Ballerina. A 33 anni suonati ho lasciato il mio lavoro come animatore di serie televisive in Francia e sono partito per il Québec. Nel tempo, molti studi di animazione, effetti speciali e videogiochi si sono installati o hanno aperto succursali proprio qui, grazie ad agevolazioni fiscali offerte dal governo. Così le opportunità si sono moltiplicate e io sono rimasto. Ho avuto la fortuna di lavorare su grandi progetti tra cui Captain Underpants (Capitan Mutanda, in italia) per Dreamworks Animation, che è stato il mio primo grande film uscito in tutto il mondo, o la serie His Dark Materials (tratto dalla trilogia di libri di cui fa parte La bussola d’oro) per Hbo, i cui episodi stanno andando in onda proprio in queste settimane con grande successo”.

Come si trova? Le manca l’Italia?
“Montréal è ricca di opportunità e la qualità di vita è buona: è difficile pensare di vivere altrove, anche se ammetto che vorrei avvicinarmi di più all’Italia. Al momento siamo nel bel mezzo della produzione di Spongebob e mi sto concentrando per dare il meglio. Per il dopo sto valutando varie opzioni ma non ho ancora deciso che cosa fare; mi piacerebbe prendere un po’ di tempo per lavorare a un progetto personale”.

Che rapporto ha con la sua terra natale, e qual è la situazione del suo settore in Italia?
“Nei periodi più tranquilli, mi piace rientrare in Piemonte, nei posti dove sono cresciuto. Adoro cucina e prodotti locali, sempre di altissima qualità: in Nord America non me li posso nemmeno sognare. Purtroppo non c’è molto lavoro nel settore dell’animazione in Italia: ci sono alcune piccole realtà virtuose ma siamo lontani dai livelli di qualità che hanno studi di Paesi anche più vicini come Francia e Spagna. È un peccato, perché capita spesso di incontrare professionisti italiani capacissimi, che per inseguire il loro sogno sono emigrati. Il mio è un mestiere che impiega molti giovani, soprattutto ultimamente con l’avvento delle piattaforme di streaming come Netflix, Disney+, Amazon Prime Video; la domanda di contenuti è cresciuta e con essa la qualità. Ci sono molte più opportunità rispetto a un tempo ma spesso bisogna essere pronti ad andare lontano, imparare una nuova lingua o due, e a destreggiarsi tra burocrazie e regolamenti che spesso non sembrano fatti per aiutare chi arriva da fuori”.

ADRIANA RICCOMAGNO

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