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“Coltiviamo il futuro” nelle carceri del Burkina Faso

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“Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione” diceva Voltaire. Ed è proprio da questa frase che nasce l’idea del progetto “Coltiviamo il futuro, Piemonte – Burkina, cooperazione e diritti umani in carcere”, presentato questa mattina, 8 maggio, nel Palazzo della Regione Piemonte. Il progetto, cofinanziato dalla regione Piemonte, ha come partner i Comuni di Fossano (TO) e Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, il Ministero della Giustizia – Provveditorato Regionale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e le Direzioni Generale Guardie di Sicurezza Penitenziaria nazionale e del Carcere Maco di Ouagadougou. 

A presentare il progetto Ivana Borsotto, vicepresidente di Progettomondo.mlal, una delle associazioni impegnate nella realizzazione dell’intervento. “Il nostro obiettivo è umanizzare le carceri del mondo. In particolare quelle del Burkina Faso, paese che amiamo e che al momento desta preoccupazione per le problematiche sociali. L’idea nasce da una visita che abbiamo fatto lo scorso anno a settembre in cui abbiamo visto con i nostri occhi i problemi delle carceri”. “Coltiviamo il futuro” nasce per contribuire a migliorare le condizioni di vita di donne e minori in detenzione nel carcere Maco (Maison de correction d’Ouagadougou) della capitale del Burkina Faso, per l’appunto Ouagadougou. Il Burkina Faso è un paese di 19 milioni di abitanti, dove al momento ci sono 29 carceri suddivise in tre aree penitenziarie. Il carcere di Ouagadougou è il più grande ed è situato nella zona penitenziaria centrale. La prima costruzionerisale al 1964, ma ora c’è una grossa parte che non è più utilizzata perché nel tempo si è deteriorata. “Al momento sono 2200 detenuti in una superficie di 73 mila metri quadrati. La capacità sarebbe di 1300 persone” dichiara Ouedraogo Nogmanegre Claude, direttore del carcere della capitale, che sottolinea come il problema più grande sia il reinserimento sociale dei detenuti, nonché la loro alimentazione. 

Il primo scopo del progetto è quello di migliorare la salute psicofisica dei detenuti. Per farlo si prevedono tre diversi interventi tra cui la  realizzazione di un orto irriguo di 12.500 mq che garantisca la produzione orticola per 12 mesi all’anno; la realizzazione di corsi di formazione e l’accompagnamento tecnico; la nascita di corsi di alfabetizzazione riconosciuti dal sistema scolastico nazionale per facilitare il reinserimento scolastico post-detenzione. 

Un progetto fortemente sostenuto dalla regione Piemonte “Si tratta di una cooperazione che nasce dalle amministrazioni locali per rivolgersi al mondo. Un progetto che prevede una contaminazione reciproca tra la situazione carceraria italiana e quella del Burkinafaso” afferma l’assessore alla cooperazione decentrata internazionale della regione Piemonte Monica Cerutti. 

Principali ideatori e attori del progetto il direttore Ouedraogo Nogmanegre Claude, ma anche Padre Adre François Kientega, Cappellano penitenziario Maco per tre anni, dal 2011 al 2014, che ha gestito numerose attività sociali insieme ai padri Camilliani. Ma soprattutto le associazioni Progettomondo.mlal e “Noi con voi”, che lavorano per migliorare le condizioni all’interno dei carceri da molti anni. Tra i progetti di cui si sono occupati nel passato la realizzazione di un carcere minorile in Bolivia, e un programma decennale di servizi e attività sociali nei carceri del Mozambico. 

NADIA BOFFA