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Miele italiano, Coldiretti preoccupata per importazioni e cambiamento climatico

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Le importazioni e il cambiamento climatico mettono a rischio il miele italiano. A lanciare l’allarme è un’analisi di Coldiretti elaborata su dati Istat secondo cui nel 2024 sono arrivati dall’estero 25 milioni di chili di miele, il 16% in più rispetto all’anno precedente. La denuncia arriva a pochi giorni da un’operazione della Guardia di Finanza di Vicenza che la scorsa settimana ha sequestrato oltre 22 mila chili di miele adulterato o contraffatto proveniente da Paesi Ue ed extra Ue, come Romania, Ungheria, Turchia, Cina e Vietnam. Miele che arriva nel mercato italiano con costi molto più bassi di quello prodotto dagli apicoltori nostrani, con conseguenze al ribasso sui prezzi: un prodotto di provenienza cinese può arrivare infatti a sfiorare l’euro al kg contro i 12-13 euro di quello italiano. Una concorrenza che mette in difficoltà anche l’apicoltura piemontese, dove le aziende produttrici di miele sono oltre 7.000, con 200.000 addetti.

Secondo Claudia Roggero, apicoltrice e delegata regionale Coldiretti Giovani impresa Piemonte, la difficoltà maggiore si verifica nella grande distribuzione. “Gli apicoltori che fanno vendita all’ingrosso stanno incontrando difficoltà perché le grandi catene trovando miele a basso prezzo che arriva dall’estero, ovviamente si catapultano su quel prodotto e meno su quello italiano”. A ciò si aggiunge anche il cambiamento climatico, che influisce negativamente sulla produzione: “Negli ultimi anni ci si trova poi a produrre meno miele con costi più alti di digestione, di produzione per il mantenimento degli alveari e poi di conseguenza una difficoltà anche a commercializzarlo”.

Un aiuto agli apicoltori italiani può però arrivare dalla direttiva Breakfast dell’Unione Europea, che ha introdotto l’obbligo di un’etichetta con indicazioni del Paese di origine e ha posto le basi per la creazione di un sistema di tracciabilità del prodotto. “Con questa normativa si è riusciti a inserire nell’etichettatura la percentuale di origine del miele, ed è già un primo passo . Ma servono maggiori controlli per evitare di trovarsi poi sugli scaffali dei mieli che sono stati adulterati o mieli esteri che vengono importati a prezzi bassissimi”.

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