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Clima, per i nuovi media un’arma in più

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Sul clima i nuovi media battono la “stampa” tradizionale. Partiamo da quest’ultima: un sondaggio condotto tra i quattro grandi emittenti radiotelevisive statunitensi ha rilevato che meno dell’1% della copertura riguarda il cambiamento climatico. E pensare che è probabilmente il tema più urgente del nostro tempo.

“C’è un vero vuoto che deve essere riempito”, spiega Adam Levy, giornalista scientifico, ospite al Festival internazionale del giornalismo di Perugia. Il problema è come riempirlo “È entusiasmante quando i giornalisti vengono e incontrano il pubblico dove si trova – dice ancora Levy -. E questo spesso capita con le nuove forme di media, che si tratti di YouTube o Tiktok o di piattaforme basate sul testo come Twitter”. Anche sui sociale, si nascondono delle insidie: “Parlare di clima può essere rischioso; si possono subire molestie attacchi personali – racconta Amy Westervelt, fondatrice di Critical Frequency –. L’industria dei combustibili fossili, poi, è molto brava a infiltrarsi nei programmi scolastici di tutto il mondo”.

E proprio alle scuole deve orientarsi un nuovo tipo di giornalismo, una tipologia di solution journalism. “A New York abbiamo messo in atto lavori innovativi in cui gli studenti sono parte del processo di progettazione”, racconta per esempio Juan Manuel Benítez, titolare della cattedra Philip S. Balboni in giornalismo locale alla Columbia University. D’altronde è necessario ricorrere a tutti gli strumenti disponibili per superare alcuni grandi ostacoli, a partire dalla presenza di una importante fetta di opinione pubblica che nega il cambiamento climatico: “Una polemica molto dura ha preso forma quando lo stato di New York ha vietato l’uso del gas naturale e di altri combustibili fossili negli edifici di nuova costruzione: questo ha spinto alcuni negazionisti del clima e conservatori ad alzare la voce”. Una situazione che ha spinto un’altra parte della società a mobilitarsi per trovare delle soluzioni. Con storie esemplari: “Una signora di ottant’anni ha dato alcune stufe a induzione ad alcuni residenti, scambiandole con i loro fornelli a gas”, dice ancora Benítez.

Per vecchi e nuovi media, sul cambiamento climatico la chiave sta nella ricerca costante del giusto equilibrio, presentando la complessità dei cambiamenti e le soluzioni da adottare, spesso articolate. Ed è qui che per i pionieri del cambiamento c’è un’arma in più: nuovi strumenti, nuovi linguaggi, nuovi approcci se combinati al sapere scientifico possono davvero aiutare a fare un giornalismo di servizio e capace di trovare soluzioni.

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