Il congresso della Cisl Torino-Canavese si è concluso oggi, 4 aprile, con l’intervento del segretario regionale Luca Caretti. “La relazione di ieri del segretario Giuseppe Filippone è stata ricca di idee chiare. Mi sembra che ci siano le condizioni per fare un ottimo lavoro insieme”, dice. “Ho apprezzato molto il suggerimento del sindaco Lo Russo di fare uno scatto in avanti. È proprio quello che la Cisl sta provando a fare, in questo periodo di crisi. I giorni che stiamo vivendo oggi sono difficili quanto quelli del periodo del Covid”. Guardando alla situazione attuale, per il segretario “è necessaria una difesa del campo da gioco europeo. Fare il riarmo è il primo passo per andare verso la direzione degli Stati Uniti d’Europa”. “Giulio Pastore, il primo segretario nazionale della Cisl, ci ha insegnato che il nostro sindacato sarà sempre contro i nazionalismi e per il mercato libero di merci e lavoratori. L’attacco che avviene con i dazi – spiega – è un attacco alla democrazia europea”.
La metamorfosi di Torino
Durante la seconda giornata del congresso si è tenuta una tavola rotonda moderata dall’ex segretario Nanni Tosco. La protagonista della discussione è la metamorfosi della città di Torino. Tra i partecipanti Elena Gobbino, borsista presso il Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, Franca Maino, attuale presidente dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, Stefano Musso, docente di storia del lavoro all’Università di Torino, Guido Bolatto, segretario generale della Camera di Commercio di Torino e Michela Favaro, vicesindaca di Torino.
Giuseppe Filippone introduce il dibattito, spiegando il lavoro che sta dietro alla tavola rotonda e al documento “Appello per Torino e l’area metropolitana: un confronto pubblico di idee e di contributi per il futuro della nostra comunità metropolitana”. “In parallelo all’attività sindacale abbiamo condotto un gruppo di studio con esperti e testimoni della realtà locale – dice – per provare a capire se ci sono le condizioni per uscire dall’attuale condizione di crisi”. La collaborazione con l’associazione culturale Vera Nocentini è stata “fondamentale. Sappiamo di non essere gli unici ad aver condotto studi di questo tipo. L’importante è che tutti convergano sulla ripresa di un cammino di sviluppo”, conclude il segretario.
Il documento analizza diversi aspetti del cambiamento in atto e riflette sulle necessità di adattamento, soprattutto per i cambiamenti demografici, i flussi migratori, lo sviluppo delle tecnologie, la deindustrializzazione e i cambiamenti climatici. Torino, spiegano i relatori e le relatrici, ha alcuni punti deboli. L’accento viene posto, tra le tante cose, sulla scarsa valorizzazione del capitale umano.
Con questo documento la Cisl vuole lanciare un appello a tutti i soggetti attivi della città, nella consapevolezza che alla ripresa dello sviluppo deve concorrere una molteplicità di forze. “L’analisi – conclude Filippone – ha fatto emergere punti di debolezza e punti di forza del nostro territorio e ci ha convinto di tre elementi fondamentali: in primo luogo, ci sono le condizioni potenziali per trovare una via d’uscita dalle attuali difficoltà. In secondo luogo, il concetto da cui dobbiamo partire per riprendere un percorso di sviluppo è il capitale umano. Infine, pur riconoscendo che molti altri soggetti stanno studiando le prospettive della città, non è ancora stata definita un’agenda condivisa che indichi la direzione e i passi da compiere, con la partecipazione più ampia possibile di tutti quelli che hanno caro il destino della nostra comunità”.
Nanni Tosco ricorda nelle conclusioni che “non esiste capitale umano se non si supera il lavoro povero e questo deve essere un obiettivo fondamentale per il sindacato. Torino è una città in cui i benestanti stanno molto bene, ma anche dove le fasce più in difficoltà stanno peggio che in altre province. La mediana deve essere più alta per tutti, o rischiamo di ricadere nella polarizzazione”.