Segnaletica sbiadita, quasi invisibile. La Consulta della mobilità cicilistica di Torino denuncia lo stato nelle strade cittadine che ogni giorno vengono battute da ciclisti. E lancia un messaggio chiaro agli assessori alla mobilità e alla cura della Città, Chiara Foglietta e Francesco Tresso: più manutenzione e aggiornamento dei pittogrammi che ancora riportano 20 km/h, un fondo annuale destinato alle piste ciclabili e interventi strutturali.
Come riporta la Consulta, dopo gli anni della pandemia, il Comune aveva deciso di abbassare i limiti di velocità nei controviali cittadini e di dedicarli in prima battuta alle due ruote. Una scelta per favorire la mobilità in bicicletta. Peccato che l’amministrazione guidata da Chiara Appendino non abbia optato, dicono dalla Consulta, “per veri interventi strutturali di moderazione del traffico: solo un pittogramma di bicicletta e un bollo indicante la velocità massima consentita”.
Quattro anni dopo, la Consulta rileva “una totale usura della segnaletica, ormai sbiadita e pressoché invisibile”. Tradotto: “Non viene più garantita la minima sicurezza delle persone in bicicletta e monopattino. In questo modo, una persona in auto non si accorge più di muoversi in uno spazio dove vige una priorità ciclabile”.
Una mappa
La segnaletica orizzontale per le biciclette più usurata si evidenzia in corso Francia, corso Peschiera, corso Vittorio Emanuele, corso Potenza e corso Regina Margherita.