Chiarezza, accuratezza, eccellenza. La vita di Pulitzer raccontata dal suo assistente

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di David Trangoni

«Joseph Pulitzer finì i suoi giorni completamente cieco. A pensarci bene anche i direttori dei giornali sono ciechi: devono fidarsi di quello che vedono e sentono i giornalisti che portano loro le notizie. Devono trovare un senso che valga per i lettori nelle ricerche di altri, come faceva Pulitzer con i racconti dei suoi segretari», così ieri sera l’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro è intervenuto alla Scuola Holden alla presentazione del volume di Alleyne Ireland sul giornalista e filantropo al quale è legato il più celebre premio giornalistico americano. La casa editrice torinese Add ha portato per la prima volta sugli scaffali italiani la traduzione della biografia dell’editore milionario, in occasione dei 100 anni del premio. Ireland fu assistente, segretario, occhi e gambe di Pulitzer, che ancora giovane venne colpito da una malattia dei nervi e  ben presto piombò nella cecità completa con una paralisi delle gambe.

Il ricco imprenditore ungherese con l’ossessione dell’informazione non rinunciò mai a tenersi aggiornato sui cambiamenti del mondo e assunse uno stuolo di aiutanti per assolvere all’impegnativo compito di riempire le sue giornate di notizie e di conversazioni interessanti. Il gruppo lo seguiva ovunque nei suoi viaggi a bordo del panfilo Liberty e sulla terra ferma. Nel libro Ireland racconta molti episodi della vita con Pulitzer: la sua lucidità di analisi, la sua severità, la sua sete di notizie, la sua necessità di essere continuamente accompagnato nel racconto del mondo che lui non poteva più vedere.

Da un secolo il Pulitzer onora i giornalisti americani impegnati «nell’incoraggiamento del servizio pubblico e della letteratura americana», come si legge nell’atto di istituzione. Il mondo cambia e il premio si aggiorna: oggi ha 21 categorie, tra cui poesia e fotografia. Tuttavia può capitare che non venga assegnato, se la qualità delle menzioni non è eccellente. Influenzare e spronare l’opinione pubblica erano il chiodo fisso del fondatore, convinto che un pubblico ben informato fosse come una seconda Corte suprema, a cui appellarsi contro ingiustizie e corruzione. Per raggiungere questo obiettivo lo strumento principale è l’onestà adamantina della stampa.

Con il lascito di Pulitzer venne anche fondata la scuola di giornalismo più famosa del mondo, quella della Columbia University di New York. Ai giovani scrittori e giornalisti venuti alla Scuola Holden per ascoltarlo, Ezio Mauro ha ricordato che il giornalismo è indipendenza, capacità di coinvolgere il lettore, di ottenere la sua fiducia per accompagnarlo nella lettura della realtà; ma soprattutto «tecnica di artigianato civile e sociale» che si affina con la pratica, lo studio e la tenacia.

Vincitori e finalisti dell’edizione 2017 saranno resi noti lunedì 10 aprile. Fino ad allora, come da tradizione, vige la massima riservatezza sui nominativi.

Per conoscere i membri della giuria »»» http://www.pulitzer.org/board/2017

Le categorie del premio »»» http://www.pulitzer.org/page/how-enter

link libro su sito Add »»» http://www.addeditore.it/catalogo/alleyne-ireland-joseph-pulitzer/

Columbia University Journalism School »»» https://journalism.columbia.edu

Scuola Holden »»» http://scuolaholden.it/it/