Ci sono volute due ore e mezza di trattative, ma alla fine l’accordo è arrivato. Nella serata di ieri, 11 novembre, la sindaca Chiara Appendino e i delegati dell’Assemblea 14:45 hanno firmato in prefettura, un verbale d’intesa sul futuro della Cavallerizza Reale. La soluzione del confronto delle ultime settimane soddisfa le parti, ma sullo sfondo restano i dubbi dell’anima più radicale dell’Assemblea, non convinta dal compromesso raggiunto.
Il complesso della Cavallerizza, parte delle residenze sabaude e Patrimonio Unesco dal 1997, è al centro di un dibattito politico da decenni tra i tentativi delle amministrazioni comunali di vendere la parte di proprietà pubblica a privati e le occupazioni di gruppi culturali e collettivi di sinistra. Il tema è tornato di attualità dopo l’incendio del 21 ottobre scorso (il terzo negli ultimi cinque anni) che ha danneggiato l’area delle “Pagliere” e ridestato le attenzioni sulla scarsa presenza delle istituzioni.
Negli ultimi venti giorni, l’amministrazione è corsa ai ripari. Ha aperto un tavolo di confronto con la Prefettura e i rappresentanti dell’Assemblea 14:45 (così chiamata dall’ora a cui sono ferme le lancette dell’orologio della facciata) per coordinare la liberazione degli spazi della Cavallerizza, programmare l’inizio dei lavori di messa in sicurezza e il destino del sito. La firma dell’intesa mette un primo punto fermo: l’Assemblea è chiamata a costituire un comitato di scopo entro dieci giorni per aprire un tavolo di confronto permanente. Il Comune di Torino ha accordato una settimana agli occupanti per liberare gli spazi, ha garantito la continuità delle esperienze artistiche e culturali avviate all’interno del plesso a lavori conclusi e previsto spazi temporanei per assemblee settimanali nell’ala che si affaccia sul Teatro Regio, di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. Più in generale, la sindaca Appendino ha ribadito a chiare lettere la volontà dell’amministrazione di estendere l’area di proprietà pubblica: “Questo è un punto di partenza per restituire la Cavallerizza alla cittadinanza. Le risorse economiche per la ristrutturazione ci sono, i lavori possono partire al più presto”.
Dieci delegati hanno sottoscritto l’intesa a nome dell’Assemblea 14:45, ma sulla scelta dei rappresentanti si è accesa la discussione al momento di salire in prefettura. I membri dell’associazione SalviAmo Cavallerizza, supporto legale dell’assemblea, non sono stati coinvolti. A guidare le trattative c’erano l’ex vicesindaco Guido Montanari e il giurista Ugo Mattei: “Il documento è stato trasformato rispetto a quelle che erano le premesse dei giorni scorsi. C’è stata un’apertura molto importante, gran parte delle richieste dell’Assemblea sono state recepite, mi sembra un tavolo che fa dei passi avanti verso la pubblicizzazione della Cavallerizza e dà un seguito alle esperienze culturali” ha dichiarato all’uscita Montanari.
Il confronto all’interno dell’Assemblea 14:45 però non è placato. Domani sera, mercoledì 13 novembre, verrà letto pubblicamente il verbale firmato, mentre domenica 17 è in programma la riunione per costituire il comitato di scopo che porti avanti il dialogo con le istituzioni.
È in questa sede che SalviAmo Cavallerizza promette battaglia: “Ci batteremo per non essere tagliati fuori” fanno sapere i dirigenti dell’associazione. “L’intesa firmata è una via d’uscita per l’amministrazione, ma ci sono contraddizioni importanti. Secondo il documento il comitato verrà coinvolto nelle decisioni in osservanza delle procedure previste dal Regolamento dei beni comuni della Città di Torino: un documento che deve essere ancora discusso e approvato. In secondo luogo, non viene assolutamente affrontato il tema del Progetto Unitario di Riqualificazione che sarà presentato solo nei prossimi giorni”. Secondo l’associazione, la Cavallerizza rischia di perdere l’anima inclusiva che l’ha caratterizzata negli anni passati e ritiene un’ennesima dichiarazione d’intenti la volontà espressa di estendere la proprietà e l’utilizzo pubblici. Per una parte dell’Assemblea 14:45, in onore all’orologio fermo, “la partita è ancora da giocare, ma con questa firma una delle due lancette è stata tolta”.