Un piccolo angolo di paradiso incastonato tra le Alpi e lo Stura. Un luogo lontano dalla frenesia della città, dove è ammesso annoiarsi e staccare la spina. È la cascina Falchera nella circoscrizione 6 di Torino che, da sabato 27 maggio, riapre le porte alla comunità. Lì i bambini corrono sui prati accompagnati dal raglio dell’asinella Nora. Ed entrano in contatto con la natura.
Cascina Falchera è uno spazio già conosciuto alla città, ma che è rimasto chiuso per qualche anno. E ora riprende vita grazie a una nuova concessione che il Comune di Torino ha siglato con il Consorzio Kairos per 19 anni.
“Siamo contenti di essere qui – dice il sindaco Stefano Lo Russo – perché un bene comune della Città viene restituito alle torinesi e ai torinesi e si prepara ad assumere molteplici importanti vocazioni”.
Cascina Falchera sarà un luogo a disposizione della comunità dove troveranno spazio attività didattiche e di formazione professionale, progetti di inclusione sociale e sostenibilità ambientale. Ma sarà anche un luogo di accoglienza, grazie al progetto Casa Ucraina, con cui troveranno ospitalità e aiuto donne, bambini e persone fragili in fuga dalla guerra.
“Questa riapertura – aggiunge il primo cittadino – è un ottimo segnale per il futuro della nostra comunità”.
Non nasconde la propria soddisfazione l’assessora alle politiche giovanili Carlotta Salerno. “Cascina Falchera – dice – sarà un luogo aperto al territorio, alle scuole, alle famiglie, in cui sperimentare una nuova visione della pratica educativa volta a orientare il pensiero ecologico delle bambine e dei bambini per riavvicinarli all’ambiente naturale e favorire uno scambio di saperi per un apprendimento permanente. E sarà anche un polo formativo, sede di tirocinio universitario e curricolare”.