Casale, la cultura per dimenticare l’Eternit

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Una città ferita, che oggi vuole ripartire dalla cultura. Per Casale Monferrato questa candidatura rappresenta l’ideale conclusione di un percorso di riconversione avviato da tempo e la piattaforma per un ulteriore salto. Segnata dalla tragedia del mesotelioma, il tumore causato dall’esposizione alle fibre di amianto, la città sta lentamente uscendo dall’incubo. Poco più di un anno fa si teneva l’inaugurazione del parco «Eternot», un’area verde con giochi per bambini e un anfiteatro, nato sui terreni bonificati della vecchia fabbrica Eternit, la più grande d’Europa. «L’obiettivo è proseguire con ottimismo nel processo di rinascita del territorio – sottolinea Daria Carmi, giovane assessora comunale alla cultura – un percorso che abbiamo intrapreso seriamente e che proseguiamo con determinazione, studiando passo dopo passo le varie fasi della presentazione della candidatura. Se verremo selezionati sarà una vittoria per il territorio, il coronamento di un’avventura iniziata con il riconoscimento Unesco e poi con gli eventi collaterali dell’Expo».

Queste terre nel 2014 sono entrate nella World Heritage List dell’Unesco, 50° sito di interesse in Italia, un riconoscimento condiviso con le Langhe e il Roero. Qualche mese fa, al momento della presentazione della candidatura, era stata annunciata una collaborazione con Asti, in un ideale asse culturale tra terre del vino. Tutto saltato per le scelte diverse compiute dall’amministrazione comunale astigiana, rinnovata in primavera, che ha bollato la scelta come «frettolosa». A Casale c’è la volontà di staccarsi di dosso l’etichetta della contaminazione: «La vicenda dell’amianto ha scosso la cittadinanza – dice Guido, proprietario di un negozio del centro -, tutti abbiamo un morto di mesotelioma in famiglia e tanti altri ancora soffriranno, però è importante che qualcosa si muova. Io la vedo come una prospettiva positiva per andare oltre».

Le proposte da inserire nel dossier sono state raccolte anche grazie a un questionario proposto ai casalesi, che hanno dato una risposta incoraggiante. «Il percorso della candidatura a divenire Capitale Italiana della Cultura è un mezzo attraverso il quale la città e il Monferrato potranno proporsi sempre più come un luogo di cultura, arte, letteratura, architettura ed enogastronomia di qualità – aggiunge l’assessora Carmi – È importante che a questo iter abbiano partecipato anche i cittadini, proponendo idee e spunti, ognuno con le proprie peculiarità».

 

DAVID TRANGONI