Carlo Ginzburg torna sui suoi passi e i suoi passi l’hanno portato ancora una volta al Salone del Libro di Torino. Nonostante l’iniziale rifiuto legato alla presenza della casa editrice Altaforte, ha deciso di partecipare all’edizione 2019, e raccogliendo moltissimi fan giunti a Torino per seguire la sua lezione. Ginzburg non è voluto mancare e ha presentato presso la Sala Blu il suo ultimo libro Nondimanco. Machiavelli, Pascal. dialogando con il giornalista de Il Sole 24 Ore Paolo Bricco. “Uno degli autori centrali nella mia formazione come Leo Spitzer, nei suoi saggi di critica stilistica, mi ha insegnato che solo leggendo e rileggendo la stessa opera può scattare qualcosa, quel click – usando una metafora di tipo fotografico – che fa risaltare un tratto caratteristico. Così è successo a me leggendo Il Principe di Machiavelli. Quei suoi nondimanco mi hanno fatto riflettere: è una formula neutra che legittima la regola ma concepisce l’eccezione e, anzi, la fortifica, rendendola un punto cruciale nel corso degli eventi”.
Da Machiavelli a Pascal attraverso la teologia politica, fino a Carl Schmitt e Tomasi da Lampedusa. Un trattato che mette in discussione la secolarizzazione della storia e spezza una lancia a favore dell’inaspettato, dell’imprevisto che sconvolge la visione comune. “Siamo portati a dare per scontato il nostro passato e la storia dei nostri popoli, ma spesso questa presa di posizione può essere fuorviante. Nel corso degli anni ho cambiato il mio approccio alla lettura, spostandolo dalla filologia alla storia dell’arte. Inizialmente bisogna mettersi a fianco di un’opera e guardarla come se fosse un quadro, contestualizzando i giudizi che le sono stati dati alle epoche storiche. Poi però è necessario prendere una posizione, dare un’interpretazione attuale all’opera e dedicarcisi con tutte le forze. Solo così ci si può sentire forti nei propri studi e spostare l’attenzione sul contraddittorio che, a quel punto, dovrà adottare argomentazioni convincenti per contrastarti. Se sostieni che Napoleone non è mai esistito, o hai argomenti di ferro o ti prendono per pazzo”.
L’evento inaspettato come atto rivelatore. “Fra Timoteo ne La Mandragola cerca di convincere Lucrezia che l’adulterio non è peccato. Così diventa il precursore della casistica. Machiavelli ci dice che il mondo non è figlio dell’ordinario, ma dello straordinario”.
Il pubblico in sala alterna momenti di religioso silenzio ad altri di sincero divertimento. Solo i più grandi sanno rendere argomenti di questo spessore alla portata di tutti. “Oggi c’è bisogno di una lettura lenta per approfondire ma anche di una molto veloce per avere una panoramica completa. Il web ti permette di accedere alle biblioteche di tutto il mondo istantaneamente e questo può portare spesso a rivedere le proprie interpretazioni dei fatti. Per esempio, inizialmente mi ero fatto un’idea diversa dell’11 settembre ma poi ho capito che eravamo davanti alla risposta più violenta possibile contro la secolarizzazione e la tracotanza occidentale”.
Definito da @NicolaLagioia uno degli ospiti più inseguiti durante l’organizzazione?♂️
Dopo le incertezze dell’ultima settimana, Carlo #Ginzburg parla del suo libro #Nondimanco, di Machiavelli e di Pascal, con @PaoloBricco ??#SalTo19 pic.twitter.com/Cy6xBqEaLS
— Futura News (@FuturaTorino) May 11, 2019
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Il tempo è scaduto e il pubblico pretende di tornare all’attualità stretta. Dopo l’intervento uscito su Repubblica nei giorni precedenti, Ginzburg evita ulteriori capitoli di questa sfortunata vicenda. “Posso solo dire che il Salone è il posto giusto in cui intrecciare il passato con il presente, la storia con l’attualità e per questo ringrazio tanto Nicola Lagioia dell’invito”. Un unicum speciale anche per lui.