I detenuti sono 1440, i posti disponibili e utilizzabili 1094. Questi sono i dati, aggiornati al 10 febbraio, per a Casa circondariale Lorusso Cutugno di Torino. Anche il capoluogo torinese, dunque, è segnato dal sovraffollamento delle carceri, problema di livello nazionale. Questa è una delle condizioni per cui “oggi il carcere non priva solo della libertà ma anche della dignità”, come spiegato da Silvia Manzi dell’associazione Nessuno Tocchi Caino.
Qual è la possibile soluzione? Secondo Igor Boni, coordinatore di Europa Radicale, si tratta del numero chiuso. “Bisogna definire la capienza. Se il numero massimo è già stato raggiunto, per ogni persona che entra, ne deve uscire un’altra”. Ma al che questa e altre proposte di cambiamento vengano effettivamente prese in considerazione, i radicali insistono sulla collaborazione da parte delle autorità, sia carcerarie che politiche. “Chi dirige le carceri dovrebbe fare propria questa lotta, pretendendo un cambiamento dal Governo”, afferma Boni.
Ma quello del sovraffollamento non è l’unico ostacolo a una reclusione dignitosa e riabilitativa. Infatti, i radicali dell’Associazione Aglietta denunciano la disastrosa condizione dell’istruzione carceraria. Per Ennio Avanzi, che ha insegnato per quarant’anni nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia), “il funzionamento dell’insegnamento all’interno dei penitenziari è fondamentale, non solo perché il diritto all’istruzione deve essere garantito al fine della riabilitazione, ma anche perché una dimensione come quella della classe crea un momento sociale volto alla discussione e al dibattito. Si tratta di uno spazio in cui i detenuti possono esercitare l’esprimere le proprie opinioni”.
Un altro spazio necessario, secondo Silvia Manzi, è quello da dedicare all’affettività. Dalla sentenza della Corte costituzionale del febbraio 2024, che consente ai detenuti il diritto a colloqui intimi con i partner, “non è cambiato davvero nulla”. I primi permessi in questo senso sono stati concessi a due detenuti, uno di Terni e uno di Parma, solo nelle ultime settimane, a un anno di distanza.