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“Campus diffuso”: raddoppiati gli spazi per gli studenti

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Torino mira a essere una metropoli a misura di studenti e studentesse, promuovendo sul territorio spazi per lo studio e il tempo libero destinati alla popolazione universitaria. Questo obiettivo emerge dal progetto “Campus diffuso”, giunto alla sua seconda edizione. L’iniziativa, avviata nel 2021, ha visto la collaborazione del Comune di Torino, dell’Università degli studi di Torino, del Politecnico e di Edisu Piemonte. “Torino è sempre più città universitaria e lo vuole essere rispetto ai tanti aspetti che ci rendono attrattiva come sede di diverse università – ha detto il sindaco Stefano Lo Russo – vogliamo definire Torino come città universitaria e per farlo servono servizi e spazi a misura degli studenti. Questo rappresenta uno degli obiettivi strategici della nostra amministrazione”.

Dopo il successo iniziale, gli spazi aderenti all’iniziativa raddoppiano, passando da 18 a 31. I locali, dislocati in tutte le circoscrizioni di Torino, offrono ai giovani 3mila posti, rispetto agli iniziali 2300. I luoghi aumenteranno in particolare con l’arrivo della stagione primaverile, garantendo ai ragazzi anche postazioni all’aperto. La scelta dei locali non è stata casuale. Non si tratta di tipiche aule studio finalizzate unicamente all’apprendimento e al ripasso, una particolare rilevanza è attribuita alla socialità, fondamentale in particolare in questo periodo post pandemico. “L’aggregazione è un fattore importante che consente di esprimere in modo completo la creatività e il talento. Nel confronto con gli altri si sviluppano le idee e si trasmettono le conoscenze. Per questo è essenziale che le studentesse e gli studenti possano disporre di luoghi nei quali vivere in modo pieno la loro esperienza di formazione”, ha affermato il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna.

Sono luoghi a vocazione giovanile, principalmente circoli Arci, case del quartiere e centri policulturali, che si trasformano in ambienti di studio, aggregazione e inclusione sociale. I centri giovanili sono presidi di cultura, luoghi in cui studenti e studentesse di diverse facoltà possono trovarsi a studiare l’uno al fianco dell’altra, promuovendo momenti di confronto partecipativo e di crescita. Ma non solo, “è interessante anche l’aspetto del mettere insieme studenti dei due atenei con studenti delle superiori che sono alla soglia dell’università”, ha commentato il rettore Geuna.

Tra i vantaggi del Campus diffuso si evidenziano la vicinanza a casa, la conoscenza di molte persone, gli spazi accoglienti, l’informalità degli ambienti. Questo è emerso in seguito al sondaggio somministrato alla popolazione studentesca dopo la fase di sperimentazione. Il risultato è stato più che apprezzabile: l’esperienza di studio è stata valutata come molto soddisfacente dal 59,5 per cento degli intervistati. “Il progetto ha ricadute anche sul territorio, la presenza di giovani generazioni contribuisce alla riqualificazione di alcuni quartieri più periferici”, ha detto l’assessora alle Politiche giovanili Carlotta Salerno. L’investimento complessivo è di oltre 222mila euro, di questi 35mila messi dall’ente di corso Duca degli Abruzzi, 80mila dal rettorato di via Verdi, 37mila dal Comune e 70mila dall’ente per il diritto allo studio universitario. 

L’esperienza del progetto è unica sul territorio e contribuisce “a connotare Torino sempre più come una città attraente e vivibile per gli studenti universitari, nazionali e stranieri. Oggi l’inclusività, la socialità, la qualità dei luoghi per lo studio e la ricreazione degli studenti sono valori importanti quanto la qualità della didattica, e su questo Torino non è seconda a nessun’altra metropoli” ha concluso il rettore del Politecnico Guido Saracco.

Per conoscere gli orari e la posizione dei locali aderenti consultare il sito Study in Torino.

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