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Campionati Nazionali Universitari annullati. Come vivono lo stop gli atleti del Cus Torino

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Prima il rinvio, ora la cancellazione. I Campionati Nazionali Universitari, previsti a Torino inizialmente dal 22 al 31 maggio, non potranno tenersi neanche a settembre. Il Cus Torino avrebbe dovuto ospitare nei propri impianti la 74esima edizione, ma il protrarsi delle misure per contenere il contagio da Covid-19 ha costretto il Centro Universitario Sportivo Italiano a decidere l’annullamento.
Il decreto della presidenza del Consiglio entrato in vigore il 4 maggio ha prorogato la sospensione delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina. Una manifestazione con 4mila persone tra atleti, tecnici e dirigenti accompagnatori, provenienti da 50 Centri Universitari Sportivi d’Italia, è diventato quindi impossibile da organizzare anche per il prossimo autunno. “Una decisione dura ma inevitabile” ha commentato il presidente del Cus Torino Riccardo D’Elicio, guardando però subito al futuro: “Sicuramente quando ci saranno le condizioni ci ricandideremo per portare nella nostra città questa stupenda manifestazione, probabilmente nel 2022 visto che nel 2021 sono già stati assegnati a Cassino”. Una prospettiva che incoraggia gli atleti di casa, amareggiati dalla notizia di non poter vivere quest’anno i Campionati che Torino aveva già ospitato nel 2000 e nel 2011.

Le testimonianze

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“Noi sportivi non ce la facciamo a restare fermi in casa”

I Campionati italiani riuniscono i migliori atleti con meno di 29 anni iscritti negli atenei riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Lorenzo Gaione, 21 anni, si è trasferito a Torino da Genova per continuare a fare strada nel canottaggio e studiare storia. Ha vinto una delle quattordici borse di studio con cui il progetto Agon supporta il merito scolastico e sportivo. Al Cus Torino dice di aver trovato un ambiente molto stimolante, dove è seguito alla perfezione. È da tempo nel giro della Nazionale, con cui nel 2016 ha già conquistato un bronzo europeo juniores e un quinto posto ai Mondiali di categoria. Nel 2019 ha anche provato l’esperienza dei Nazionali Universitari a Ravenna. Con due titoli italiani nei 2000 metri individuali e nella staffetta e due argenti tricolore è stato tra i grandi protagonisti della sua disciplina. Quest’anno non potrà rivivere quelle emozioni sull’acqua dove si allena: “Io e i miei compagni di squadra ci siamo rimasti male, sarebbe stato un gran palcoscenico. Spero però che ci sarà occasione di vivere questo evento in futuro”.
Con la sospensione delle lezioni e delle attività sportive è rientrato a casa, in Liguria. In questi mesi di quarantena di fatto non si è mai fermato, ma ancora oggi continua gli allenamenti “a secco”: “Non posso ancora uscire in acqua. Ho continuato a tenermi in forma con un remoergometro e alcuni attrezzi da palestra che ho avuto in prestito dalla mia vecchia società”. Allenarsi senza obiettivi prefissati però non è semplice. Per questo, nonostante tutta l’incertezza, continua a sperare che in autunno si tengano i Campionati Europei under-23, in programma a Duisburg, in Germania. “Noi sportivi non ce la facciamo a restare fermi in casa. Avere un obiettivo per cui darsi da fare sarebbe l’ideale. Sono pronto ad ogni evenienza”.

 

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“Prima dell’emergenza non ci rendevamo conto di quanto fossimo fortunati”

Noura Mabilo, 23 anni, è di Trieste ma studia scienze della comunicazione all’Università di Torino e gioca a pallavolo nella squadra di A2 del Cus come centrale. La borsa di studio Agon le consente di avere una formazione di alto livello senza dover mettere da parte i propri sogni nello sport. L’anno scorso ha vissuto un’edizione speciale dei Campionati Nazionali Universitari, all’Aquila a pochi giorni dal decennale del terremoto che ha devastato la città. L’emergenza sanitaria ha già causato da un mese la chiusura di tutta l’attività federale: “Una decisione giusta, presa fin troppo tardi” commenta. “Noi l’8 marzo eravamo in trasferta a Martignacco, in provincia di Udine. Ci hanno avvisato che non si sarebbe giocato solo quando stavamo per andare al palazzetto per la partita”. La pandemia ha interrotto una stagione per altro positiva per il Cus Torino: il quinto posto nel Gruppo B era valso l’accesso alla Pool Promozione, con la possibilità di affrontare tutte le migliori formazioni della categoria: “La salute però viene prima di tutto. Lo sport è la nostra più grande passione, ma in questo momento bisogna avere pazienza e mettersi il cuore in pace. Nella normalità non ci rendevamo conto di quanto fossimo fortunati a fare i nostri allenamenti e a giocare le partite”.
Nei mesi di quarantena Noura non è tornata a Trieste: “Non me la sono sentita di farmi quattro cambi di treno per tornare a casa, magari mettendo a rischio i miei genitori. Sono rimasta qui, ho una scheda del nostro preparatore atletico: tra addominali e piccoli circuiti ho cercato di non fermarmi”. Il decreto ha dato il via libera solo alle attività individuali all’aperto: “Abito vicino al Parco Ruffini, lunedì l’ho trovato già pieno zeppo di gente. Nei prossimi giorni andrò a farmi una corsa, ma alla sera tardi”. Ci sono anche due esami da preparare per la sessione di giugno, ma il tempo ora non manca. Per un po’ conciliare lo studio con allenamenti e trasferte non sarà un problema.

LUCA PARENA

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