La grande fotografia d’autore torna al Centro italiano per la fotografia Camera, dove a partire dal 14 febbraio saranno ospitate le due mostre su Henri Cartier-Bresson e l’Italia e su Riccardo Moncalvo. Torino è al centro della testimonianza fotografica lasciata da Moncalvo, che ha raccontato ogni strato della società sabauda – dall’alta borghesia ai comuni cittadini. Moncalvo, la cui carriera era iniziata nell’atelier fotografico del padre al cospetto dei fotografi pittorealisti, documenta i cambiamenti sociali e urbani attraverso un approccio molto vicino all’astrattismo. In Moncalvo è urgente la spinta verso la modernità, che si concretizza nel precoce uso del colore sin dalla stagione 1937-1938 nelle diapositive per Fiat e negli scatti presso il castello di Fenis. L’uso del colore viene poi perfezionato dal torinese grazie a un viaggio a Leverkusen nel 1950.
Le fotografie di Cartier-Bresson – alcune delle quali sono state retrodatate al 1932 grazie al lavoro di Walter Guadagnini – ci accompagnano in un viaggio lungo la Penisola tra gli anni Trenta e Settanta del secolo scorso grazie alla sua presenza costante e assidua in Italia. Cartier-Bresson, infatti, è stato un personaggio centrale nella costruzione dell’immaginario collettivo sul nostro paese, grazie agli scatti realizzati nella Roma di fine anni Cinquanta, animata da automobilisti strombazzanti, e ai ritratti di personalità come de Chirico. Le ultime fotografie in mostra risalgono agli ultimi scorci della carriera professionale dell’artista, durante il viaggio in Basilicata del 1973 che rappresenta un ritorno sulle stesse strade, sugli stessi luoghi visitati vent’anni prima.
La prospettiva diacronica della mostra consente di leggere l’evoluzione di Cartier-Bresson come autore, dell’Italia come paese, e degli italiani come società allo stesso tempo. Cartier-Bresson ci accompagna alla chiusura della mostra, che avviene con la proiezione di un documentario degli archivi Rai degli anni Settanta. Si tratta di un documento raro e prezioso per la scarsissima propensione dell’artista a mostrarsi in video.