La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Braun incanta all’Egizio: il “jazzista apollineo” tra mummie e faraoni

condividi

Il movimento delle mani, che accarezzano le corde del violoncello con la stessa naturalezza con cui i comuni esseri umani sono soliti camminare o mangiare, è in sincronia con quello dei piedi. Due scarpe rosso vivo partecipano alla narrazione musicale: quella sinistra scandisce il ritmo, quella destra tocca i tasti della pedaliera per mutare gli effetti. Siamo nella suggestiva Sala dei Re del Museo Egizio, dove ieri sera, sabato 11 novembre, il musicista tedesco Stephan Braun ha intrattenuto un centinaio di persone con il suo “Jazz Celloman”. Non certo un contesto abituale per uno dei concerti più attesi del festival EstOvest 2017, la rassegna dedicata alla musica contemporanea organizzata dall’Associazione Xenia Ensemble.

Virtuoso nelle sue sperimentazioni ma allo stesso tempo elegante nelle movenze, tanto da essere soprannominato il “jazzista apollineo”: Stephan Braun è parso l’artista giusto al posto giusto. In un luogo che sa di antico il violoncellista tedesco è arrivato in punta di piedi, facendo parlare soprattutto la sua musica, un mix di acustica e live electronics. Solo poche battute tra un brano e l’altro, prima di mettere a disposizione di un pubblico eterogeno il suo sconfinato talento: un tutt’uno armonico con lo strumento, che a un certo punto ha impugnato anche come fosse una chitarra, lasciando tutti sbigottiti. Braun ha alternato parti più ritmate ad altre più melodiche, stimolando la fantasia del pubblico per cercare di dare un contesto al suono.

E lì ad osservare l’inedito protagonista della serata c’era la dea Sekhmet, in un continuo contrasto tra antico e moderno che è stato accentuato da uno dei diktat della serata: portarsi un cuscino da casa. In molti si sono seduti sul pavimento dell’affascinante galleria per godersi lo show da una prospettiva diversa. Anche alcuni bambini, a cui non pareva vero di poter assistere a un concerto sdraiati per terra sui loro guanciali colorati.

Anche per Braun è stata una serata particolare, lui che è abituato a calcare i palcoscenici dei teatri di tutta Europa. Mai però si era esibito in mezzo alle statue di Dei e Faraoni dell’antico Egitto, in uno dei musei più famosi del mondo. “Sono grato agli organizzatori per avermi invitato, è la mia prima volta a Torino e suonare in un posto così è speciale”, ha detto il jazzista tedesco prima di congedarsi. Gli spettatori gli hanno tributato una standing ovation e poi ne hanno approfittato per dare un’occhiata alle opere in sala. Una visita improvvisata per concludere una serata di grande ispirazione.

FEDERICO PARODI