Una valigia con la scritta: “Costretti a partire senza diritto allo studio”. Un’altra che recita: “Il tempo è scaduto: Edisu e Regione, vogliamo il diritto allo studio per tutti e subito!”. È la denuncia degli studenti universitari di Cambiare Rotta, che martedì mattina sono tornati davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, a chiedere che le borse di studio di cui sono risultati vincitori nel 2023 vengano finalmente erogate.
L’assessora all’Istruzione Elena Chiorino (FdI) e l’assessore al Bilancio, Andrea Tronzano (Fi), si sono detti all’oscuro delle difficoltà di Edisu, a loro “ignote fino a ieri”. “Faremo in modo che Edisu superi i suoi problemi di cassa garantiremo il pagamento ai vincitori di tutte le borse di studio al più tardi a fine mese”, hanno detto in un comunicato. E hanno promesso un’erogazione immediata di 24 milioni di euro.
Le proteste degli universitari di Unito e del Politecnico riuniti nel collettivo Cambiare Rotta risalgono agli scorsi mesi, quando era risultato che mancavano i fondi per coprire gli studi di almeno 1.800 persone vincitrici di borsa. Il buco era di circa 9,3 milioni di euro che poi sono stati trovati, alzando l’ammontare complessivo delle borse Edisu a 92 milioni, di cui 33 provenienti dalla Regione.
Il presidente di Edisu Alessandro Ciro Sciretti aveva detto a La Stampa a fine dicembre: “Per legge, non c’è l’obbligo di coprire tutti i borsisti. Contribuire in modo così rilevante al diritto allo studio è complicato a livello di bilanci. È stata una scelta politica”. E politica è anche la rivendicazione degli studenti, che si appellano al governo e alla Regione.
La protesta non coinvolge solo i fuorisede italiani, ma anche i loro colleghi stranieri. “Continueremo a tornare qui davanti, a gridare finché non avremo una data”, dice un ragazzo in inglese, al microfono. Almeno quattro studenti iraniani vincitori della borsa Edisu per il diritto allo studio, in mancanza di denaro per coprire affitti e spese, sono stati costretti a tornare in Iran.
Il capogruppo della Lega in Consiglio, Alberto Preioni, ha affermato che il Piemonte è “una delle poche regioni a coprire il 100% delle borse di studio, con 90 milioni di euro per 17.860 studenti, più del doppio della giunta Pd”. Ma al di là del botta e risposta tra maggioranza e opposizione, agli studenti interessa l’erogazione immediata degli assegni.
I tempi della politica vanno a un’altra velocità rispetto all’incombenza di dover pagare l’affitto e la spesa. “È evidente che noi non siamo una priorità. Non tutti possono continuare ad aspettare una data da destinarsi – dice Maya Marchini di Cambiare Rotta – Le uniche risposte sono rassicurazioni sul fatto che i fondi ci siano, ma il problema è strutturale dell’università: il diritto allo studio non viene garantito a tutti”.