Una borsa di studio per finanziare ricerche sul patrimonio culturale piemontese e italiano, dedicata alla memoria di Alberto Vanelli. L’iniziativa, voluta da Fondazione 1563 e Fondazione compagnia di san Paolo, è stata presentata nella mattina di mercoledì due aprile a palazzo d’Azeglio, già sede della Fondazione Einaudi. Durante l’evento, che ha visto la presenza di diversi esponenti di spicco del mondo culturale torinese e di alcuni rappresentanti delle istituzioni, è stata anche rilanciata la volontà di candidare Torino come Capitale europea della cultura per il 2033.
Alberto Vanelli, friulano di nascita ma torinese di adozione, è stato dirigente regionale e artefice della rinascita della reggia di Venaria, riconosciuto da molti come la mano dietro il rilancio del patrimonio culturale piemontese. Come rimarca Enzo Ghigo, presidente del Museo del cinema, “Il recupero della reggia è stato possibile solo grazie alla creatività di Alberto. Le istituzioni poi hanno fatto il loro lavoro, ma sono convinto che senza di lui non si sarebbe mosso niente”. A due anni dalla sua scomparsa la borsa di studio in suo nome, supportata dalla Cattedra Unesco in economia della cultura e del patrimonio di Unito, punta ad aiutare i ricercatori che lavorano sulla valorizzazione del patrimonio culturale con particolare attenzione ai siti riconosciuti dall’Unesco.
A vincere è stata la dottoressa Milena Barbis Fischetti, ricercatrice della facoltà di Economia e statistica, con una ricerca dal titolo “Unesco cluster: relazione tra designazioni Unesco e dinamiche socio-economiche nelle regioni europee”. Obbiettivo, indagare possibili correlazioni nella distribuzione dei siti Unesco: circa il 45% si trova in Europa, con concentrazioni maggiori in aree specifiche, spesso urbane. “Finora non c’era mai stato interesse verso la distribuzione dei siti Unesco”, spiega il professor Enrico Bertacchini, co-autore della ricerca. Per la dottoressa barbis Fischetti il lavoro mette in luce “la correlazione tra il riconoscimento di un sito Unesco e il successivo riconoscimento di altri siti geograficamente vicini, almeno nella maggioranza dei casi”. Un fattore che il gruppo di ricerca della Cattedra Unesco, guidato dalla professoressa Giovanna Segre, intende approfondire.
Lo stesso professor Bertacchini ha poi illustrato un’altra ricerca volta a quantificare l’effettivo impatto, economico e sociale, dei siti Unesco sul territorio dove vengono riconosciuti. In linea generale, si registra una crescita del 2% dei redditi e degli arrivi turistici, a cui si aggiunge una crescita del valore immobiliare del 10% per attività commerciali e negozi di lusso. “Non possiamo escludere un rischio gentrificazione” ha spiegato però il professore, che aggiunge “al momento non si può stabilire con certezza se la crescita dei redditi e quella nel valore degli immobili sia effettiva o dovuta all’arrivo di nuovi cittadini facoltosi, attirati dai siti Unesco”.