Oggi, 16 giugno, è il bloomsday: James Joyce ambienta la sua opera più famosa, l’Ulisse, proprio in questa giornata, centodiciassette anni fa. È la data per eccellenza in cui ricordare lo scrittore, festeggiata in tutta Irlanda. Ma in questi giorni l’isola è anche al centro delle cronache del post-Brexit, in particolare per il tema dei confini tra Repubblica di Irlanda e Irlanda del Nord. FuturaNews ha intervistato Francesca Lozito, insegnante e giornalista che da anni si occupa di questioni irlandesi e che proprio oggi ha lanciato il suo nuovo sito Zuppa Irlandese.
In queste settimane sul Nord Irlanda si sono riaccese agitazioni, legate agli accordi sulla Brexit. Cosa sta succedendo?
Il punto di scontro è il protocollo nord irlandese, siglato nell’ottobre del 2019 dall’allora primo ministro irlandese Leo Varadkar e da Boris Johnson, con la benedizione dell’Europa. Un accordo necessario per evitare di mettere, con la Brexit, un confine duro tra le sei contee del nord d’Irlanda e la Repubblica d’Irlanda, cioè il resto dell’isola. Questo è estremamente importante: un border duro avrebbe evocato fantasmi del passato. Il confine tra nord Irlanda e Repubblica d’Irlanda aveva infatti segnato gli anni dei troubles, la guerriglia che per trent’anni – dal 1968 al 1998 – ha insanguinato l’Irlanda del Nord e, di conseguenza, anche la Repubblica d’Irlanda – non dimentichiamoci che alcune delle azioni terroristiche sono state compiute anche nella città di Dublino, fattore che spesso si rimuove.
Gli accordi legati alla Brexit hanno quindi individuato nel mare d’Irlanda il confine tra dentro a fuori Unione europea. Ma ora questo risultato viene messo in discussione…
C’è un problema di merci, per cui l’accordo sul confine viene messo in dubbio soprattutto dal primo ministro inglese Boris Johnson. Già negli scorsi mesi ci sono stati alcuni momenti di tensione, soprattutto in alcuni porti del Nord Irlanda, proprio per come avveniva lo scambio dei prodotti. Questo però riguarda l’Europa: il confine nell’Irish Sea è l’unico tra Unione europea e Gran Bretagna dopo la Brexit.
Che cosa si rischia?
Non si rischia un ritorno al passato, ai troubles, che è il fantasma che spesso aleggia. Nelle sei contee del nord, nessuno ha l’interesse perché questo avvenga. Anche se bisogna sottolineare che, sicuramente, le dimissioni del primo ministro di provenienza unionista, Arlene Foster, siglate lunedì 14 giugno, non facilitano la situazione. Sul fronte interno rendono più fragile quell’accordo che a inizio 2020 si era finalmente raggiunto per riaprire il parlamento del nord Irlanda. Si presagisce un’estate complicata. Sicuramente potrebbero verificarsi altri scioperi e tensioni simili a quelle che sono accadute all’inizio dell’anno, come gli scioperi dei cantieri navali nella città di Belfast. Il paradosso di questa situazione è che ci potrebbe essere un Nord Irlanda compatto rispetto all’accordo sul confine, ovviamente con le dovute differenze politiche tra unionisti e repubblicani.
Anche al G7 l’Irlanda del Nord è stata sotto i riflettori. Come mai?
Sì, c’è stato un incidente diplomatico. I giornali irlandesi non ricostruiscono l’accaduto, mentre gli inglesi hanno tutto l’interesse a farlo. Emmanuel Macron, il presidente francese, avrebbe detto che il Nord Irlanda non è dentro il Regno Unito. Questo è stato uno scivolone molto grave, che può assolutamente accendere tensioni. Fonti diplomatiche francesi, riporta il Guardian, avrebbero poi smentito questa gaffe di Macron. Ma l’incidente dà la misura di come l’Europa, distratta anche dalle questioni sulla pandemia e da problematiche più grosse, abbia trascurato di tenere d’occhio, in questi mesi, il Nord Irlanda.
Oggi lanci il tuo sito. Come sarà?
Dal 2008 porto avanti un progetto di divulgazione sull’Irlanda, anche con una newsletter. Durante la pandemia non è stato possibile viaggiare, ma il canale con il territorio irlandese è rimasto aperto con dirette e con la pagina Facebook. Il nuovo sito ha l’obiettivo di riavvicinarci all’Irlanda, sia all’attualità e alle news, sia al suo immenso patrimonio culturale, musicale, letterario. È un pezzo di mondo che andrebbe raccontato di più. L’Italia ci è molto legata, dal punto di vista culturale e gastronomico, ad esempio. Ci sono storie certamente interessanti.