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Blitz neofascisti e striscioni intimidatori, il commento di Livio Pepino

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“I segnali, a Torino, rimandano a un secolo fa, a un’epoca che in maniera superficiale si liquida come passata per sempre”. Livio Pepino, ex magistrato e membro del coordinamento antifascista, commenta così gli ultimi episodi di matrice neofascista avvenuti in città.

Ieri sera, martedì 4 febbraio, alcuni militanti del movimento Avanguardia Torino hanno appeso uno striscione con la frase “Foibe: Gobetti negazionista” davanti al Polo del ‘900, dove oggi era in programma una conferenza dello storico Eric Gobetti. Tra sabato e domenica, invece, si era registrato un altro blitz neofascista al centro culturale Ost di Barriera di Milano: una finestra è stata forzata e sulle pareti un foglio con una svastica, una croce celtica e la scritta “Figli del ’68 e della borghesia, vi spazzeremo via!”. A gennaio, ancora, una bomba carta al circolo Banfo, sempre in Barriera di Milano.  

Il coordinamento antifascista della città di Torino sta cercando di attirare l’attenzione su simili episodi, “sostanzialmente ignorati dalla stampa”. Se è vero che il fascismo storico si affermò con fatti e attentati ben più gravi, è anche vero che “le avvisaglie furono di questo genere”. Pepino riconosce che oggi la situazione sociale ed economica è cambiata, insieme a quella internazionale. Le migrazioni costituiscono una delle differenze sostanziali: “non a caso questo tipo di aggressioni avvengono in luoghi come Barriera di Milano, dove emergono tensioni significative in relazione alla tematica migratoria”.  

Nella sua analisi, Pepino ricorda che i nazionalismi, i fascismi e gli egoismi identitari cercano di convogliare il disagio e mettono in atto forme di intimidazione verso istituzioni democratiche “con una doppia finalità, da un lato quella di intimidire e disincentivare la partecipazione, dall’altro di seguire strategie simili a quelle degli anni settanta e ottanta, le strategie della tensione”. In questo senso, “è evidente l’esigenza di una maggiore attenzione da parte della politica e dell’informazione torinese”. Lo striscione contro Gobetti è un’ulteriore prova della strategia in atto della destra, “con un terzo elemento in gioco: il tentativo di riscrivere la storia”. La storia è trasformata in propaganda, con “dei cattivi maestri anche a livelli più alti”. Il Parlamento europeo, infatti, ha approvato due risoluzioni in cui parifica nazismo e stalinismo, due fenomeni non paragonabili.

Quando gli viene chiesto se la mobilitazione popolare è sufficiente per contrastare questi episodi in assenza di una corrispondente risposta istituzionale, Pepino le definisce come due momenti paralleli ed essenziali. “La mia convinzione è che la mobilitazione popolare sia più importante, più significativa e più duratura, ma quella istituzionale ne può essere veicolo”. Per dare più risalto ai fatti, il coordinamento sta cercando di istituire un osservatorio permanente: “la realtà che noi viviamo quotidianamente è quella che ci viene descritta, se ci viene riportata male diventa difficile mobilitarsi”.

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