Cinque giorni, 45mila presenze, 250 ospiti per 150 incontri in 46 sedi, tra le quali la casa circondariale Lorusso e Cutugno. Questi sono solo alcuni dei numeri della IX edizione di Biennale Democrazia, Guerre e paci, che si è concentrata quest’anno sulle paci possibili, sui conflitti, sul ruolo della democrazia e dei diritti fondamentali. “In questa edizione non potevamo non parlare di guerra. Ma abbiamo discusso anche molto, forse soprattutto, di pace. Perché non c’è pace senza libero confronto fra le opinioni. Speriamo che Biennale Democrazia possa continuare a essere un luogo di dialogo plurale e di contaminazione fra idee diverse” commenta Gustavo Zagrebelsky, presidente di Biennale Democrazia ed ex presidente della Corte costituzionale.
Come finiscono le guerre, il dialogo di Alessandro Barbero e Manuela Ceretta andato sold out in meno di 24 ore, ha aperto la giornata inaugurale, mercoledì 26 marzo, poi continuata con La guerra civile, produzione del Teatro Piemonte Europa. Molti altri appuntamenti, oltre al dialogo tra Barbero e Ceretta, hanno fatto registrare il tutto esaurito: tra questi, La terra dei gelsomini. Che cosa succede in Siria? con Asmae Dachan, Annalisa Camilli e Gabriele Del Grande; Democrazia e conflitto. Uno sguardo da Gaza con Atef Abu Saif e Francesca Mannocchi e la lectio di Zagrebelsky, Su tre cose si regge il mondo. La redazione di Futura ha seguito Biennale Democrazia qui potete trovare lo speciale.
“Quasi vent’anni fa, un gruppo di intellettuali torinesi si è riunito con l’intento di avviare una riflessione ampia e collettiva sui temi della democrazia. Una riflessione che oggi si conferma quanto mai attuale e necessaria. La partecipazione agli appuntamenti che si chiudono oggi, in modo particolare da parte di tanti giovani, è un segnale estremamente positivo che dimostra come nel tempo in cui viviamo abbiamo bisogno di spazi di riflessione e di dialogo. Biennale Democrazia rappresenta, edizione dopo edizione, un’occasione preziosa per farlo” commenta Stefano Lo Russo, sindaco di Torino. I giovani, infatti, hanno fatto registrare un’affluenza massiccia, con oltre 2mila presenze di studenti di scuole di ogni ordine e grado e 200 ragazzi ospitati nel campus di Democrazia Futura grazie alla collaborazione con l’Associazione Acmos.