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Bici lanciata ai Murazzi: fermati cinque giovani

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Questa mattina, mercoledì 8 febbraio, i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Torino hanno fermato cinque giovani gravemente indiziati di aver lanciato dal parapetto dei Murazzi la bici elettrica che, nella notte del 21 gennaio scorso, ha colpito alla testa Mauro Glorioso. Lo studente palermitano di 23 anni si trovava in coda per entrare nella discoteca The Beach e ad oggi è ancora ricoverato in terapia intensiva al CTO. Due dei giovani indiziati hanno 18 anni, gli altri tra i 15 e i 17. Quattro di loro hanno precedenti di polizia. Il decreto di fermo di indiziato di delitto è stato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni del capoluogo piemontese.

Secondo gli inquirenti, i giovani, giunti sul lungo Po Cadorna, dopo essersi affacciati sui Murazzi dalla balconata, avrebbero preso la bici – dal peso di 15 kg – lanciandola di sotto senza un apparente motivo. Si sarebbero poi dileguati salendo a bordo di un mezzo della linea GTT, con il quale avrebbero raggiunto il quartiere di provenienza. 

Numerosissimi, dalle Istituzioni agli amici di Mauro, erano stati gli appelli a parlare e a collaborare alle indagini. “Chi sa parli”, chiedevano gli amici e i compagni della facoltà di Medicina, che hanno anche affisso uno striscione al ponte di piazza Vittorio per sottolineare come chiunque avrebbe potuto trovarsi al suo posto. E nello sviluppo delle indagini molto prezioso è stato proprio il contributo fornito da numerosi giovani testimoni che, aderendo agli appelli alla collaborazione, si sono rivolti all’Arma per raccontare quanto avevano visto.  

L’attività investigativa, condotta da una task force composta da Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia San Carlo che, da oramai più di un anno, monitorano i giovani orbitanti nel centro cittadino per contrastare il fenomeno delle baby gang, si è sviluppata attraverso l’analisi minuziosa delle numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi, nonché la visione dei sistemi di videosorveglianza cittadini e privati – oltre 120 telecamere e decine di ore di registrazioni – che hanno permesso di raccogliere gravi indizi di responsabilità a carico dei 5 indagati.

“Un gesto che non ha nessuna spiegazione logica – commenta il sindaco Stefano Lo Russo, tornando a sottolineare la gravità del fatto -. Purtroppo episodi di questo genere si stanno ripetendo non solo a Torino, ma in tutta Italia. È un tema molto delicato, che, in generale, sta mettendo in evidenza le difficoltà che hanno molto ragazzi, di integrazione, di famiglie che magari non ci sono più o di difficoltà a educare. Un tema che ci interroga tutti”.