Il testamento biologico è tornato al centro del dibattito, l’Italia continua a non avere leggi in merito, ma proprio oggi, 20 aprile, la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge che rappresenta il primo passo per colmare il vuoto legislativo. L’ultimo passaggio per convertire il Ddl in legge è il successivo via libera del Senato.
La Uil Piemonte e l’Ada, associazione per i diritti degli anziani, hanno organizzato, nella mattina del 20, una tavola rotonda sul tema: “Privi di vita, orfani di morte”. Tra gli invitati anche Beppino Englaro, il padre di Eluana, che ha condotto una battaglia civile accanto alla figlia per consentirle una morte degna dopo 17 anni di stato vegetativo. Una campagna per il “fine vita” che Englaro sta proseguendo dal 2009, anno della morte della giovane Eluana. “Una cosa è l’autodeterminazione, un’altra è l’eutanasia. La prima è un diritto legittimo costituzionale, per il momento eutanasia e suicidio assistito sono un reato. È chiaro che tutte le nazioni civili, tra cui l’Italia, dovrà prima o poi affrontare anche questo tema”. L’avvocato Alessandro Cestari ha analizzato in profondità il disegno di legge. “Un cittadino potrà esprimere in modo autonomo le proprie convinzioni in merito al fine vita con una semplice scrittura privata”.
“L’autodeterminazione è legittima, anche se porta alla morte e non ha legami con l’eutanasia” lo definisce la Cassazione nella sentenza su Eluana. La grande novità della legge, in discussione alla Camera, è l’impossibilità di negare le strutture sanitarie per attuare le volontà del paziente, una questione non scontata, come ricorda Beppino Englaro. Nel suo caso personale, il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, proibì l’utilizzo delle strutture lombarde per attuare la sentenza.
ROMOLO TOSIANI