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Beneduci (Osapp): “Basta silenzio. Gli agenti vengano informati sull’emergenza”

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Non soltanto i detenuti: anche le guardie carcerarie hanno i loro problemi, in questo momento acuiti
dall’epidemia. Leo Beneduci è segretario nazionale dell’Osapp (Organizzazione sindacale agenti di polizia
penitenziaria)

Leo Beneduci, lo scorso 19 marzo due agenti in servizio presso la casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino sono risultati positivi al tampone del Covid19. Ci sono notizie sulla loro salute?

Leo Beneduci, segretario nazionale Osapp
Leo Beneduci, segretario nazionale Osapp

Non ci sono notizie, come non ce ne sono sui moltissimi altri casi presenti in tutt’Italia. È incredibile questa tattica del silenzio adottata dai vertici dipartimentali. Non viene fatta alcuna comunicazione e i nostri agenti non sono consapevoli delle condizioni nelle carceri in cui lavorano. Questo riserbo si sta rivelando estremamente dannoso, non c’è tranquillità nell’andare al lavoro.

Però per molti agenti è scattata la quarantena preventiva, come previsto dal protocollo di sicurezza. Vuol dire dunque che i casi di positività vengono tracciati e individuati.

Siamo stati noi del sindacato a contattare gli agenti per avvisarli sulle singole situazioni. Nessuna telefonata da parte delle amministrazioni penitenziarie né da parte delle Asl. Manca totalmente una gestione collegiale dell’emergenza. Cito un grave episodio avvenuto in Veneto: un collega risultato positivo è stato inizialmente contattato dall’Azienda sanitaria locale per la quarantena, ma il giorno successivo è stato riconvocato al lavoro. Il carcere non ne sapeva niente.

Spacci all’interno degli istituti, prima chiusi e poi riaperti: altra questione controversa?

Anche in questo caso abbiamo assistito ad un misto di noncuranza e improvvisazione. L’attenzione si è
spostata sugli spacci e i bar, ma il problema maggiore sono le mense, veri luoghi di aggregazione. Infatti
abbiamo avuto testimonianza di contagiati non solo tra gli agenti, ma anche all’interno del personale
medico e dei collaboratori.

Il quadro non sembra rassicurante. Che cosa si aspetta l’Osapp affinché la situazione migliori?

Noi chiediamo un netto cambio di passo, chiarezza e tempestività nella comunicazione. E se questo non
dovesse avvenire ci aspettiamo un intervento da parte dei rappresentanti delle più alte istituzioni, a partire dal ministro della Giustizia. Non è possibile continuare così.

FEDERICO CASANOVA

Articolo tratto dal Magazine Futura uscito il 1 aprile 2020. Leggi il Pdf cliccando qui