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Barbero a Superclassico: “Viviamo in una società incredibilmente oligarchica”

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“La nostra società è incredibilmente oligarchica. Non possiamo gloriarci di vivere in un’epoca più egualitaria delle monarchie passate, quando è possibile che oggi il divario economico tra ricchi e poveri sia il più ampio della storia”, dice a Futura lo storico Alessandro Barbero, che ha inaugurato l’ottava edizione del Festival del Classico con un talk su San Francesco d’Assisi. Al Politecnico di Torino, la giornata dedicata ai giovani, ribattezzata Superclassico, ha puntato i riflettori sul tema delle disuguaglianze socio-economiche, che unisce le signorie medievali ai tecno-oligarchi della Silicon Valley.

Decostruire San Francesco

L’esempio di San Francesco è ancora attuale? “Solo per la propria anima, non basta per cambiare il mondo”, sostiene il professore torinese. Il suo arrivo sul palco dell’evento ideato dalla Fondazione Circolo dei lettori e delle lettrici è accolto dagli applausi scroscianti di liceali e universitari. L’aula magna è al completo, per ascoltare l’autore del bestseller appena uscito sul santo che scelse la povertà come vocazione.

Alessandro Barbero al Festival del Classico

Trenta secondi di orologio seduto al fianco del gruppo di lettura del Bookstock del Salone del Libro e poi Barbero si alza come di consueto: per la sorpresa del pubblico studentesco, il ritratto di Francesco per mano del professore non è di un rivoluzionario. “Predicava la povertà più totale, ma aveva un lato tradizionalista: venerava la Chiesa e non ha mai detto una parola contro i ricchi o contro la disuguaglianza – continua lo storico medievista – ma, in un mondo in cui proprio come oggi tutti pensavano al denaro, ha detto ‘Dio darà ragione a me’ e ha rifiutato ogni ricchezza. In questo sì, c’è anche un po’ di rivoluzione”.

L’avanzata degli oligarchi

La corda tesa tra oikonomia e plutocrazia, amministrazione della casa e potere dei pochi, è al centro del programma del Festival del Classico, che non si smarca dalle sfide economiche e neanche dalle scienze dure. Tra riflessioni storiche e filosofiche, dagli squilibri sociali del Basso Medioevo si passa ai sogni di potere dei giganti del mondo tech. 

“La forza imprenditoriale degli Stati Uniti ha un lato oscuro – afferma il saggista Alessandro Aresu, alla lectio “La nuova plutocrazia americana: chi sono i padroni del nostro tempo?” – ovvero il rapporto tra denaro e politica”. Come ricorda il consigliere scientifico di Limes, il 21 gennaio 2010 una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ha aperto le porte ai finanziamenti privati alle campagne elettorali, riassumibile nella formula “money is speech”.

Alessandro Aresu al Festival del Classico

Una pronuncia che ha legittimato l’intreccio tra i colossi privati americani e le alte figure della politica, come la convergenza tra l’inventore di Paypal, Peter Thiel, e l’ascesa politica del vicepresidente statunitense J.D. Vance. “Questi imprenditori hanno cambiato il mondo – continua Aresu – ma non dimentichiamoci che ricchi e poveri hanno la stessa dignità in una democrazia. Se il denaro diventa strumento per esercitare la libertà di espressione le disuguaglianze esplodono”.

Il programma

Oltre all’anteprima dedicata alle nuove generazioni, il festival curato dal linguista Ugo Cardinale, prosegue fino a domenica 14 dicembre, in numerosi centri di cultura torinesi. Tra gli eventi di oggi, va in in scena al Circolo dei lettori e delle lettrici la lectio “Guerra, schiavi, rapina nel mondo antico” condotta da Luciano Canfora, presidente onorario del festival, seguita da un dialogo tra la giornalista Francesca Mannocchi e il premio Pulitzer 2024 Nathan Thrall sull’impatto della guerra sulle vite delle persone. 

La line-up di venerdì vede invece al centro la Scuola Holden. Tra gli eventi in primo piano, alle 15 tra Mauro Bonazzi e Adriana Cavarero dialogano su Hannah Arendt e Platone, mentre sabato è il turno dell’Accademia delle Scienze, con ospiti del calibro di Chiara Saraceno e Stefano Zamagni. L’ultimo giorno è ospitato al teatro Carignano, con il ritorno di Barbero sul palco e incontri come “Le Big Tech e la trasformazione dell’economia globale”, con Alessandro Aresu, Maurizio Ferraris e Loretta Napoleoni. Chiude il festival un incontro tra Luciano Canfora, Francesco Oggiano e Irene Soave sulle nuove forme di potere digitale e sulle sfide poste alle democrazie contemporanee.

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