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Il meglio di Bao Publishing sul palco del Salone: “Un cartone con Zerocalcare? Ci serve il doppiatore”

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“Quindi Zero tu sei il Makkox di Alberto, gli hai fatto aprire il blog”. “No, a me hanno dovuto obbligarmi a postare cose, lui è stato più bravo”. Sorride Zerocalcare mentre commenta, con Michele Foschini di Bao Publishing, il nuovo blog del disegnatore Alberto Madrigal, nato in Spagna, trasferitosi a Berlino ed eccezionalmente in Italia sul palco del Salone del Libro di Torino. Accanto a loro anche Daniel Cuello e Nova, unica donna sotto i riflettori, tutti disegnatori di successo emersi negli ultimi anni.

Insieme i cinque hanno chiacchierato di passato, presente e futuro dei loro fumetti e della loro carriera da fumettisti ma soprattutto hanno rivelato dettagli esilaranti sulla gestione del loro lavoro. “Io vivo sempre nelle scadenze ma una volta che ho finito un poco prima sono stato un giorno intero nel disagio, con me stesso, non si può fare” sostiene Zerocalcare. “Nova invece è velocissima, io non riesco a lavorare né sotto pressione né nella tranquillità” dice Alberto Madrigal.

Ma si parla anche di temi più seri: può esistere il fumettista di guerra? chiedono dal pubblico. “A me farebbe accapponare la pelle fare questo nella vita, l’esperienza in Kurdistan è stata particolare. Ma comunque questa professione esiste da sempre: Joe Sacco ne è il maestro”. E cosa c’è, quindi, nel futuro? “Con Zerocalcare stiamo pensando di puntare sui video, però ci serve un doppiatore se vogliamo fare un cartone animato” dice ridendo Foschini.

E cosa farebbero, invece, se non fossero fumettisti?

Daniel Cuello: “Ero un magazziniere, poi l’azienda ha chiuso. Sarei lì”. Nova invece ride e racconta: “Io ho fatto la cameriera, la gelataia. Anche la spazzina, era uno stage, giuro”. Altra strada è quella di Alberto Madrigal: “Io ero informatico e programmatore ma mi hanno beccato a giocare con Paint e sono diventato grafico”. Zerocalcare, lavorava in aeroporto, poi con una casa di documentari di caccia e pesca: “Ma è fallita anche quell’azienda, poi ho iniziato a fare ripetizioni ai ragazzini. Forse farò fallire anche la Bao, attenti!”.

CAMILLA CUPELLI