Una bambina guarda in televisione le pattinatrici volare sul ghiaccio con i loro salti acrobatici e i costumi luccicanti e in quel momento decide che vuole diventare come loro. Oggi quella bambina ha 22 anni ed è Lara Naki Gutmann, una delle pattinatrici italiane in gara ai Fisu games invernali 2025 al Palavela di Torino, la stessa pista dove le atlete che guardava in televisione si sfidavano per il podio alle Olimpiadi invernali di Torino 2006. Quinta classificata, è prima tra le italiane, che hanno ottenuto un ottimo piazzamento: settima Ginevra Lavinia Negrello e ottava Marina Piredda.
Musica, respirazione e concentrazione sono aspetti a cui hanno fatto spesso riferimento: ascoltarle e gestirle è stato importante nei momenti di difficoltà insieme alla voglia di migliorare, sperimentare ancora e scoprirsi cambiate. Le abbiamo intervistate per farci raccontare cosa muove i loro passi.
Come hai iniziato a pattinare?
Gutmann “Ho iniziato a pattinare perché ho visto le Olimpiadi invernali del 2006, che tra l’altro erano proprio qui a Torino. Io ero piccola, avevo tre anni, le ho viste in tv da casa anche se nella mia famiglia non c’era nessuno che pattinava. Quello che da sempre mi ha attratto è la componente artistica di questo sport, che mi ha spinto a continuare ad allenarmi e a sfidare me stessa anche da quel punto di vista”.
Negrello “Sono sui pattini da quando avevo tre anni. Mia sorella maggiore pattinava e così ho iniziato anche io”.
Piredda “Mi sono avvicinata al pattinaggio a tre anni e mezzo. A dire la verità avevo iniziato a fare hockey ma nello stesso impianto sportivo veniva ad allenarsi Paolo Bacchini, pattinatore professionista. Dopo averlo visto ho detto a mia madre che volevo fare la stessa cosa”.

Che musica ti piace e come scegli la musica delle tue performance?
Gutmann “In generale non ascolto molta musica anche se la metto spesso come sottofondo quando mi alleno, nei momenti liberi, o quando ho bisogno di staccare la testa. Di solito si tratta di canzoni pop, leggere e ritmate. Invece, per la scelta delle musiche dei programmi mi aiuta il mio allenatore Gabriele Minchio che mi ha sempre spinta a pattinare su temi diversi e su ritmi diversi. Provare cose nuove è un grande stimolo per me, mi diverto in pista a fare cose diverse ogni anno”.
Negrello “Mi piace molto la musica classica e la lirica, infatti sia quest’anno che l’anno scorso ho portato un pezzo della Tosca di Puccini. Per cambiare, quest’anno ho preparato anche un pezzo dei Pink Floyd e ho scoperto che mi piacciono moltissimo. Spero di sperimentare ancora in futuro e di spaziare tra i generi musicali”.
Piredda “Ascolto quasi tutta la musica ma quella per i programmi la scelgo insieme al mio coreografo. È giusta quella che corrisponde al mio stile: con un’alternanza tra ritmo lento e veloce e con un finale grintoso”.
C’è una vittoria o una sconfitta significativa per te, a livello della tua carriera sportiva o a livello personale? Se c’è, cosa hai imparato?
Gutmann “La vittoria più grande credo sia stata la medaglia del Grand Prix. Ho lavorato molto per arrivarci e mi ha regalato una gioia immensa che porto nel cuore. Invece durante la scorsa stagione ho attraversato un periodo in cui ero giù, forse anche mentalmente. Dopo essere stata campionessa per tre volte consecutive ai Campionati italiani di figura ho sentito molto forte la competizione. A posteriori devo dire che quel periodo mi ha dato tanta forza. Ho continuato il lavoro con il mio mental coach, gli esercizi per la respirazione, per la concentrazione o per gestire al massimo gli allenamenti e, guardandomi indietro, ho visto la differenza su me stessa. Volevo migliorare ancora”.
Negrello “Il momento più bello nella mia carriera da pattinatrice è stato il World Team Trophy nel 2021 in Giappone, una competizione mondiale a squadre. È uno dei miei ricordi preferiti: pur essendo il mio debutto sul palcoscenico internazionale l’ho affrontato molto bene e l’atmosfera era molto accogliente perché c’erano tantissimi fan di cui ho sentito tutto il supporto. Ho attraversato anche dei momenti di difficoltà e ho imparato che è normale, si possono affrontare e superare. Per me è stato molto importante poter contare su delle persone che mi hanno aiutata. Non bisogna dimenticare che ci si può rivolgere a figure professionali come il mental coach o lo psicologo. Ognuno deve trovare un po’ la sua strada. Non è facile accettare di avere delle difficoltà o di non farcela in certi momenti, però è umano e capita a tutti”.