Il 17 febbraio il Consiglio comunale ha approvato una mozione per la valorizzazione dell’arco monumentale del Valentino. La sua è una storia singolare: negli anni Trenta l’interno è stato abitato dal fotografo Armando Dupont. L’iniziativa, portata avanti dalle consigliere Nadia Conticelli e Lorenza Patriarca e dal consigliere Pierino Crema, prevede l’installazione di un pannello esplicativo turistico in lingua italiana e in lingua inglese. Si valuterà, inoltre, il coinvolgimento di istituti scolastici per progettare insieme al Polo del Novecento attività che preservino la memoria storica della città.
La mozione nasce dalla collaborazione con la sezione torinese dell’Associazione nazionale artiglieri d’Italia. “La città, nell’ambito del piano di rifacimento del parco del Valentino, investirà circa 100mila euro per la manutenzione del monumento – spiega Pierino Crema – e con la mozione abbiamo ottenuto l’arco possa avere una targa che ne spieghi la storia”. Luigi Cinaglia, presidente della sezione provinciale dell’Anarti, ha spiegato che “l’associazione nazionale degli artiglieri ha già preparato i contenuti che verranno esposti sul pannello insieme a un qr code a disposizione dei turisti”.
La storia dell’arco del Valentino
L’arco monumentale all’Arma di artiglieria, noto anche come arco del Valentino, è stato progettato da Pietro Canonica (Moncalieri 1869 – Roma 1959) e realizzato tra il 1927 e il 1930. Eretto per celebrare l’arma e per festeggiare il quarto centenario della nascita di Emanuele Filiberto, l’arco ha anche la funzione di commemorare il decennale dell’anniversario della Battaglia del Piave. Nel 1918, infatti, il corpo armato di origine piemontese ha giocato un ruolo fondamentale per la vittoria.
L’arco presenta all’esterno quattro rilievi ispirati ad altri corpi militari. Al centro dell’opera una statua dedicata a Santa Barbara, patrona degli artificieri. L’arco è il risultato di un complesso accostamento di elementi decorativi di ispirazione classica, statue di gusto naturalistico e residuati bellici circondati d’alloro, altorilievi, colonne corinzie e medaglioni con bassorilievi allegorici. Ai lati sono state aggiunte due fontane decorative in porfido lucidato, mai attivate. Nel 1968 il monumento è stato sede di celebrazioni in occasione dell’undicesimo raduno nazionale del corpo di artiglieria: il comune ha fatto aggiungere una lapide con i nomi dei 219 artiglieri che dal 1948 al 1968 sono stati decorati con la medaglia d’oro.
Il fotografo Armando Dupont
Nel 2005 il monumento è stato restaurato e nei due vani ricavati all’interno dell’arco sono state trovate 180 lastre fotografiche risalenti agli anni Trenta. L’autore è Armando Dupont, un fotografo ambulante che era stato incaricato dall’amministrazione cittadina di sorvegliare l’arco nelle ore notturne e occuparsi dell’illuminazione. Dupont usò i due vani come abitazione e camera di sviluppo. Le sue immagini restituiscono un ritratto della Torino di quegli anni.


