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Archivissima, un dialogo tra memoria e futuro

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“La Storia ha una sua storia, che va capita. Anche per fare scelte diverse. Non solo: la conoscenza è un diritto che riguarda tutti, è la chiave per il cambiamento, che passa dalla comprensione. La scelta di mettere al centro gli archivi è un’opportunità strategica e una necessità”. Un’opportunità per parlare dei futuri possibili, non solo quelli ancora da costruire, ma anche di quelli che sono stati immaginati nel passato, prima che il presente li dimenticasse per ricordare una singola versione, quella della Storia. Parte da qui l’ottava edizione di Archivissima, come spiegano bene le parole di Manuela Iannetti, presidente e direttrice della manifestazione.

Il tema saranno proprio i futuri possibili. Il festival torinese, dedicato alla promozione e alla valorizzazione dei patrimoni archivistici, torna a Torino dal 5 all’8 giugno. La sede principale sarà alle Gallerie d’Italia, polo museale di Intesa Sanpaolo che è main partner dell’iniziativa. Ma sono tanti i luoghi e le realtà della città a essere coinvolte: dal Circolo dei lettori al Museo nazionale del cinema, dalla Mediateca Rai al Polo del ‘900, solo per citarne alcuni.

Dalla parte del futuro

Bisogna immaginare alcuni sgabelli, dei pouf con sopra dei cuscini, un tavolo, alcuni libri e quaderni. Tutt’intorno una un gruppetto di bambine e bambini e un adulto in giacca e cravatta. L’uomo racconta una storia, ma senza il finale. Spetta ai suoi ascoltatori e alle sue ascoltatrici trovare un finale, o anche più di uno, discutendone insieme, confrontandosi. Ogni passaggio della storia è quindi possibile oggetto di riflessione e modifica, niente è cristallizzato in una forma precisa ma la forma della storia è tutta da plasmare. È il 1969, l’anno in cui va in onda la prima puntata di Tante storie per giocare su Radio Rai. E l’uomo in giacca e cravatta che racconta le favole con il finale aperto è Gianni Rodari. “Ogni storia ha tre finali a scelta. Il lettore legge, guarda, riflette se non trova un finale di suo gusto può inventarlo, scriverlo o disegnarlo egli stesso” spiega Rodari nelle istruzioni per l’uso di Tante storie per giocare che nel 1971 è diventato anche un libro. Le istruzioni di un gioco che è “dalla parte del futuro”, per riprendere ancora le parole del suo ideatore. Perché significa immaginare finali alternativi e inventarne di nuovi, accettando la varietà delle soluzioni e dei significati, dei cambi di rotta, del caso. Un gioco per bambine e bambine dai 6 ai 99 anni perché significa farsi domande sulla società e iniziare a pensarla non come qualcosa di dato ma come qualcosa di modificabile, costruita e da costruire ogni volta.

Conferenza stampa Archivissima e citazione di Joe Strummer, cantautore britannico

Dalla Notte degli Archivi a Cinemambiente

Sono molti gli appuntamenti per partecipare con Archivissima a questo gioco. In particolare, il 6 giugno durante la Notte degli Archivi quando, in orario serale, saranno gratuitamente accessibili numerosi eventi. Novità di quest’anno è la collaborazione con Cinemabiente che ha dato vita a tre appuntamenti, un incotro e due proiezioni: Distopie ambientali nell’audiovisivo contemporaneo con Jessica Woodworth, Bruno Surace e Mattia Galli venerdì 6 giugno al Circolo dei Lettori e, al Cinema Massimo, La quinta stagione di Peter Brosens e Jessica Woodworth il 6 giugno alle 22 ed Everything Will Change – Un messaggio dal futuro di Marten Persiel il 7 giugno alle 21.30.

In chiusura, l’8 giugno alle 21, sempre al Cinema Massimo, ci sarà la conferenza-spettacolo Tutti i futuri sbagliati in cui lo scrittore Luca Scarlini racconterà una Torino che poteva essere ma che non è stata attraverso i progetti, i disegni e le registrazioni che hanno tenuto traccia dei tanti futuri possibili della città. Un tuffo nel passato per riemergere con molte idee di futuri possibili perché, per concludere con le parole di Iannetti, “gli archivi sono l’unico luogo fisico e simbolico in cui trovano posto i concetti solo apparentemente distanti di memoria e futuro”.

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