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Appendino inaugura la casa che combatte le discriminazioni LGBTQ+: “Approvazione subito del DDL Zan”

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“L’approvazione del DDL Zan non sarebbe soltanto una conquista della comunità Lgbtqi+, ma un traguardo di civiltà importantissimo per la crescita civile di tutti e tutte”. È con queste parole che stamattina, 11 maggio 2021, la sindaca di Torino Chiara Appendino, presenziando all’inaugurazione della panchina arcobaleno Peace & Pride dipinta da Rosalba Catelli dell’Associazione Artemisia, ha fornito il proprio appoggio alla causa di To-Housing. Il progetto, nato nel 2019 per iniziativa dell’associazione Quore, ha sviluppato un sistema di co-housing sociale per accogliere le persone Lgbtqi+ in difficoltà e in condizioni di estrema vulnerabilità. Il piano è stato ideato per rispondere all’emergenza abitativa ma anche per attivare, proprio a partire da un bisogno primario e fondamentale come quello di avere un tetto sulla testa, dei percorsi di reinserimento sociale mirati.

Prima esperienza con queste caratteristiche in Italia, To-Housing può accogliere fino a 24 ospiti in 5 appartamenti di proprietà dell’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale (Atc) non destinati alle graduatorie per le case popolari. Le abitazioni accolgono ragazzi e ragazze tra i 18 e 26 anni allontanati dalle famiglie di origine a causa dell’orientamento sessuale; migranti e rifugiati omosessuali, anziani Lgbt in condizione di solitudine o povertà, persone transessuali e transgender.

“Il Ddl Zan è la risposta migliore che si può opporre alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici che avrebbero avuto un gusto retrogrado già nel Medioevo, figurarsi ora”, ha commentato l’assessore ai Diritti Marco Alessandro Giusta, “un passo importante in direzione dell’uguaglianza sostanziale prevista dalla nostra Carta Costituzionale, una delle più progressiste al mondo”.

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Per Alessandro Battaglia, uno dei responsabili del progetto, la panchina “è un simbolo con i suoi colori e differenze. Vorremmo che To Housing smettesse di esistere il prima possibile, perché significherebbe dire che la nostra è una società pronta ad accogliere, finalmente, tutti e tutte”.

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