Tutela dei diritti ed efficacia delle app di tracciamento. Questo un tema di cui si è molto discusso nelle scorse settimane dopo l’approvazione dell’app Immuni, e di questo si parlerà anche nel dibattito di domani 13 maggio alle 18, in diretta web sulla pagina Facebook dell’Università degli studi di Torino. L’incontro fa parte del ciclo “Speciale Coronavirus – Spazio pubblico on line”, promosso dai dipartimenti di Cultura Politica e Società, Giurisprudenza e Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” con la partecipazione della Ssst – Scuola di Studi Superiori Ferdinando Rossi dell’Università degli Studi di Torino, per discutere su temi legati al Coronavirus con studenti, ricercatori, esperti, divulgatori scientifici. In questa sessione interverranno la giornalista Carola Frediani, il professore di Filosofia del diritto del Dipartimento di Giurisprudenza Ugo Pagallo e l’avvocato Carlo Blengino.
Gli ospiti discuteranno sull’efficacia del tracciamento individuale, e sull’eventuale impatto dell’utilizzo della tecnologia sulla privacy dei cittadini. Un territorio ancora inesplorato in Italia che sta dando vita ad una serie molto lunga di domande. L’ordinanza firmata il 16 aprile dal commissario all’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri ha di fatto dato il via libera all’utilizzo dell’app Immuni, secondo le modalità che avevamo descritto nell’approfondimento del 17 aprile. Lo sviluppo della tecnologia è stata proposta dalla azienda di software Bending Spoons, in collaborazione con il Centro medico Santagostino. Attraverso il Bluetooth, l’app rileverà la vicinanza fra due dispositivi e registrerà sullo smartphone di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti i device con cui è entrato in contatto. Poche altre sono le informazioni relative al tracciamento individuale in Italia.
Si è parlato di Immuni con l’arrivo di maggio e della fase 2, l’uscita dal lockdown e la maggiore libertà di movimento dei cittadini. Ad un mese di distanza dall’ordinanza, non sono stati fatti passi avanti in merito. In questi giorni il ministro Boccia ha dichiarato che l’app entrerà nel sistema a giugno e che secondo lui il passaggio all’informazione digitale renderà semplicemente più efficiente il processo di tracciamento dei contatti del paziente che già avviene ora.
Fino a quel momento ci si continua ad interrogare. Qual è il limite tra protezione dei dati personali e diritto alla salute? Esiste una reale efficacia, dato che inizialmente il servizio sarà facoltativo? Come saranno conservati i nostri dati? Di queste e di altre tematiche si discuterà domani nell’incontro organizzato dall’Ateneo.