Torino consegna la cittadinanza onoraria ad Antonia Arslan, scrittrice di origini armene autrice di romanzi di successo in cui ha parlato del genocidio armeno operato dall’esercito turco dal 1915 al 1916, durante la Prima guerra mondiale. Un avvenimento storico che la Turchia del presidente Recep Tayyin Erdogan tuttora non riconosce e bandisce dai programmi scolastici. Anche alla recente dichiarazione di Papa Francesco che l’ha definito come “il primo genocidio del XX secolo” ha reagito richiamando l’ambasciatore di sede a Città del Vaticano, così come aveva fatto nel 2015 davanti alla richiesta del governo tedesco di affrontare l’argomento. Nonostante questa censura, secondo la scrittrice, la popolazione nel Paese è consapevole di quanto successo e sono molti i giovani turchi che approfondiscono le ricerche storiografiche sull’argomento.
Autrice di romanzi di successo quali “La masseria delle allodole”, da cui nel 2007 è stato tratto l’omonimo film dai fratelli Taviani, ispirandosi ai racconti della sua famiglia paterna ha reso noto la tragedia che ha visto morire, secondo fonti armene, un milione e mezzo di uomini, donne e bambini. I primi uccisi subito, le donne più lentamente, attraverso deportazioni disumane verso la Siria. Un genocidio che per molti aspetti ha anticipato quello ebraico ad opera dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Il momento in cui la Turchia sarà disposta ad affrontare un passato doloroso di cui è responsabile sembra essere sempre più lontano, dal momento che un esito positivo del referendum previsto per i primi di aprile conferirebbe maggiori poteri al regime di Erdogan.